Le voci - quelle voci che gli dicevano di uccidere - non ci sono più, ammutolite dagli piscofarmaci. La mente era confusa, ma «Kabobo non ha commesso gli omicidi in una condizione di totale assenza di coscienza, del tutto travolto dalla malattia». Psicosi schizofrenica, la definiscono gli esperti nella perizia sul ghanese che nel maggio scorso aggredì a picconate alcuni passanti in zona Niguarda, uccidendone tre. La sua capacità di intendere e volere «era grandemente scemata, ma non totalmente assente». Dunque, Adam Mada Kabobo - di cui viene sottolineata l'elevata pericolosità sociale - sarà processato. «La condanna dovrà portare a una pena certa», chiedono i parenti delle vittima. Più brutale la Lega, in un post pubbilcato su Facebook dal vicesegretario Matteo Salvini. «In galera fino a che crepa».
La relazione ora in mano al gip Andrea Ghinetti è un viaggio nel labirinto di un uomo distorto e violento, sullo sfondo di un possibile vizio parziale di mente. Perché Kabobo raccontà di sè, di Dio, della sua terra, della fame e del freddo, in un misto di allucinazioni e realtà. Pesca dal buio della sua mente quando racconta che «queste voci mi dicevano che la popolazione africana, la parte del nord, anche loro stavano uccidendo le persone a picconi, quindi mi sono sentito anch'io di fare la stessa cosa». Torna lucido, e spiega che «quando ho visto quella scena lì (gli omicidi commessi, ndr) mi è dispiaciuto tanto», poi però ricade nella nebbia e «sentivo che queste voci che parlavano la stessa lingua di quella persona... e pur sapendo di aver fatto una cosa sbagliata, l'ho fatta». Perde il totale contatto con la realta, quando in un altro colloquio ritorna sui suoi passi, così che «se Dio fosse una persona direbbe che non ho fatto niente di così esagerato». Ancora, allo psichiatra racconta che «le voci mi dicono che io sono il creatore del mondo e anch'io devo far faticare come le cose che ho creato», e quelle voci gli dicevano che «venendo qui in Italia avrei sofferto di più e avrei capitoche io sono veramente il creatore del mondo (...). Quando sono arrivato qui vedo cose che mi accadono e mi sto convincendo anch'io pianpiano che io sia il creatore». E perché ha ucciso?, chiede lo psichiatra. «Perché mi dispiaceva - la risposta - visto che sono il creatore e poi dormivo in mezzo alla strada, avevo freddo, non avevo da mangiare... tutti questi problemi li ho accumulati e mi hanno condotto a fare quello che ho fatto». È una possibile spegazione alla violenza. La miseria, il senso di abbandono («nessuno mi dava retta»), la rabbia repressa e coltivata nello squilibrio mentale. Nella periziaviene spiegato che il ghanese è affetto da «psicosi schizofrenica» e che lo stress causato dalla fame e dal freddo ha «gravemente esacerbato la patologia di base,aggravando la sintomatologia delirante e allucinatoria».
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