Il ladro che rubò il tempo perfino alle sue creatrici

La nascita del fumetto delle sorelle Giussani in anticipo sugli anni '60 nei quali vide la luce

Il ladro che rubò il tempo perfino alle sue creatrici

Non erano molte le macchine nel 1962. Ancor meno le donne che guidavano. Angela Giussani che all'epoca di anni ne aveva quaranta, era anche pilota d'aereo. Dettaglio inutile, si dirà. Eppure spiega come mai in un periodo in cui non si parlava di femminismo né di emancipazione due sorelle uscirono dalle mura domestiche e si lanciarono nel mondo dell'editoria. Anche questo, a suo modo, era una novità. Ma a Milano era possibile.

Così Angela e la minore Luciana, in linea con quell'essere controcorrente con perspicacia, s'inventarono un fumetto. Diabolicamente maschile. Nacque così il ladro e lo spietato assassino che non aveva paura di nessuno. E che l'idea fosse azzecatissima lo dimostrano i 57 anni della striscia che da oggi al 12 aprile celebrano il mito di Diabolik e delle sue due creatrici. Perché se esiste una novità rispetto agli allestimenti recenti e precedenti è proprio quello di aver puntato i riflettori anche sulle due sorelle che diedero vita ad Astorina, una casa editrice che ha attraversato con successo molte epoche e non è stata toccata dalla crisi che invece ha fatto scendere molte lacrime sulle guance di aziende del settore altrettanto affermate, se non di più.

Un primato e un fiore all'occhiello che Milano celebra con la mostra all'Urban center in collaborazione con lo Wow Spazio Fumetto, estimatore di questo furfante mascherato e della sua inconfondibile compagna di avventure, quella Eva Kant, una vedova che conosce il suo sodale, proprio mentre lui le sta rubando un anello. È il terzo numero di un'avventura lunghissima, radicata nella mente e nel cuore degli appassionati non meno di molte tavole che sono autentici pezzi da collezione. E la ragione non sta soltanto in una fortunata intuizione all'origine di un personaggio ormai mitico ma anche al valore di testimonianza che quei disegni mostrano.

Il profilo della casa sulla cascata di Frank Lloyd Wright è entrata nelle tavole come la Maison di Alvar Aalto e tanti oggetti del design italiano, dal televisore Algol firmato da Marco Zanuso alla lampada Arco di Pier Giacomo e Achille Castiglioni. Il legame tra il fumetto e il design è quindi intensissimo e ciò spiega perché la mostra sia un'iniziativa pilota che accompagnerà l'avvio della settimana del Salone, in programma dal 9 al 14 aprile.

Anime che si riuniscono e trovano un'unica lunga permanenza tra due generi che appaiono distantissimi l'uno dall'altro e non lo sono. Le linee dei nuovi oggetti d'arredamento o addirittura architettonici si spiegano con quel precorrere i tempi che il carattere delle sorelle Giussani hanno evidenziato e sono anche nei cromosomi del protagonista. Diabolik nasce negli anni Sessanta ma non ha nulla in comune con i suoi coetanei. È il re del terrore quando nessuno voleva sentir parlare di paura e brivido. È un cattivo che si sottrae alla legge e dà il cattivo esempio in un periodo come quello del boom economico in cui le prospettive erano di crescita e continua affermazione. E vive more uxorio con la sua compagna di agguati in un periodo in cui il matrimonio era l'unica strada possibile per un uomo e una donna che volessero vivere insieme.

Dire che Diabolik ha

anticipato i tempi non è dunque retorica a buon mercato e se oggi questi particolari sembrano scontati allora non lo erano. Era come dare il cattivo esempio a una scolaresca di angioletti. Un tratto noir mai andato perduto.

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