Laureata a Brera, la Betto è una delle triatlete azzurre più forti di sempre

Laureata a Brera, la Betto è una delle triatlete azzurre più forti di sempre

Alice non è nel Paese delle meraviglie. E'assolutamente reale e con i piedi per terra. E' laureata all'Accademia di Brera, è una restauratrice. Ma è anche e soprattutto un'atleta professionista che ha scelto una delle più impegnative discipline di endurance sulla piazza: Alice Betto fa triathlon. Ed è in forza alle Fiamme Oro dopo essersi fatta le ossa nella multidisciplina in DDS a Milano. Gira il mondo a suon di gare internazionali in rappresentanza della nazionale. Donna dei record silenziosi (“perché non se parla mai”, dice lei) e ad incontrarla semplice e schiva come è non lo diresti mai: minuta, 56 kg più (di muscoli) o meno per 1,70cm, biondina, viso da giovanissima (classe '87). Nata a Cavaria, in provincia di Varese, vive a Milano dove ha studiato: è una ragazza moderna ma con uno spirito un po' antico, da favola appunto. Quello che l'ha portata a iscriversi al corso di restauro, a Brera, e battere poi con semplicità tutti i record in un anno: laurea e matrimonio, con Alessandro Pezone. Per dedicarsi finalmente cuore, mente e anima al suo sport. E fare grandi cose. La sua stagione è iniziata benissimo perché qualche giorno fa, a Londra, più o meno nell'area olimpica che ha visto lo svolgimento dei Giochi 2012, ha realizzato il migliore risultato di tutti i tempi per un'azzurra della specialità, conquistando il quarto posto assoluto nella prestigiosa quarta tappa della Itu World Triathlon Series mondiale 2014, sulla distanza sprint (750 m nuoto, 20 km bici e 5 km di corsa a piedi). «Ma in realtà quella di pochi giorni fa in Inghilterra è anche la migliore prestazione assoluta di genere - tiene a precisare l'azzurra – intendo dire la migliore maschile-femminile sullo sprint. E mi fa molto piacere. Soprattutto pensando alla forma che sta venendo e all'impegno importante degli Europei di Kitzbuehel (dal 19 al 22 giugno, ndr)». Alice nel bel paese delle meraviglie ti fa scoprire che a Milano il sogno del triathlon mondiale si può accarezzare eccome: «Sicuramente la nostra è una città alla quale non manca nulla, né per una professionista che vuole allenarsi per obiettivi importanti né per un amatore. Prima erano poche le donne del triathlon, venivano come me per lo più dal nuoto agonistico, ma poi eravamo un po' delle mosche bianche. Oggi, invece, il livello anche italiano è più alto e fa piacere vedere tante donne cimentarsi, anche in età non più giovanissima, nella nostra città». A Milano corre davanti agli occhi di Giorgio Rondelli, guru della corsa e della velocità, in piscina ha ritrovato l'ambiente e l'allenatore che la seguiva quando faceva nuoto agonistico giovanile, e per la terza frazione, la bici, ha un super coach che si chiama Simone Biava, molto impegnato anche nell'attività federale del paratriathlon. “Un bravissimo coach, ma anche una persona speciale”, dice Alice Betto, che non regala mai una parola in più se non è strettamente necessario. Ma se il … restauro le viene è sempre un sorriso. Anche accompagnandolo con una lamentela: “Vorrei che fosse un pochino più considerato il nostro sport, parlo anche dei media.

Si esaltano tanto le imprese estreme e non si racconta l'attività nazionale (anche quella amatoriale) di un movimento che sta crescendo molto, specie in questi anni. Una volta se dicevo “faccio triathlon” mi rispondevano ah sì, dunque, tu spari e poi vai sugli sci da fondo? Adesso qualcosa in più si sa...ma si può sempre migliorare...»

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