Il lavoro non c'è quasi più ma Atm non trova gli autisti

Il dg di Atm: "Stiamo facendo molta fatica ad assumere". L'azienda pensa a un'accademia di guida interna

Il lavoro non c'è quasi più ma Atm non trova gli autisti

AAA autisti e ingegneri cercasi. É partita a febbraio la campagna di recruiting di Atm, che sta cercando 600 figure professionali di vario profilo, ma che non trova riscontro. Sul piatto contratti a tempo determinato e indeterminato e copertura di welfare aziendale. «Stiamo facendo molta fatica ad assumere - rivela il dg di Atm Arrigo Giana-. Il problema è la mancanza di candidature a tutti i livelli». Una ricerca difficile, nonostante la profonda crisi, con interi settori che hanno sospeso o ridotto le attività, migliaia di lavoratori in cassa integrazione e all'orizzonte si profili lo sblocco dei licenziamenti.

Nello specifico Foro Bonaparte ha aperto le posizioni per 260 conducenti soprattutto di bus, tram e filobus (con una retribuzione netta mensile di 1.100 euro part time al 72 per cento e 1.500 full time per il primo anno), per 70 manutentori specializzati 44 agenti di stazione, 35 ingegneri e 25 professionisti del settore IT che conta più di 300 addetti. Tra gli informatici, alcune figure chiave sono gli sviluppatori, da inserire nella software factory, i professionisti nell'implementazione dei sistemi di bigliettazione e di telecomunicazione e i sistemisti di rete. Così si cercano mobility engineer, ingegneri elettrici, project manager, ingegneri informatici TLC e programmatori manutenzione. Per candidarsi basta inserire il proprio curriculum nella sezione «Lavorare in Atm» del sito www.atm. Se il profilo sarà in linea con le richieste dell'azienda si verrà chiamati per i colloqui.

Unica prova pratica da superare è quella di guida: oltre a essere richiesta la patente, è necessario, infatti, passare la prova pratica. Ed è proprio questo uno degli scogli che secondo l'azienda frena gli aspiranti conducenti dal partecipare: sostenere l'esame di abilitazione alla guida, infatti, costa tra i 1.500 e i 2mila euro. Per questo «stiamo ipotizzando un prestito d'onore per abbassare il costo a carico del lavoratore» spiega Giana, così si sta lavorando per stipulare accordi con le scuole guida abilitate. Ora si pensa addirittura di istituire un'accademia di guida interna: una via per rendere più agile ed economica la strada per entrare a far parte della flotta aziendale.

Altro sgrosso scoglio riguarda il costo delle vita a Milano parametrati agli stipendi: «Attrarre persone dal resto di Italia si scontra con il fatto che la vita a Milano è un po' più dispendiosa - spiega Giana - e quindi il livello retributivo che offriamo noi diventa meno appetibile.

Stiamo avviando alcuni accordi con istituzioni che gestiscono ad esempio residenze universitarie per offrire ai neo assunti una sistemazione provvisoria», così sono state stipulate delle convenzioni con cooperative sociali per offrire stanze ai dipendenti a prezzi calmierati.

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