Una multa da diecimila euro per aver visionato materiale pedopornografico, annunciata da una schermata blu sul computer con tanto di simbolo della Polizia di Stato. E' questa l'ultima frontiera della frode informatica, da alcuni mesi piaga dilagante sui pc di mezza Italia e diffusa tramite un virus su web.
Furti di identità telematica, virus celati in siti internet o programmi free, false email con richieste di aiuto in denaro provenienti dai contatti in rubrica, sono i più comuni metodi usati dai delinquenti telematici. La trovata più recente del delinquente informatico, è un insidioso virus che si presenta sotto forma di comunicazione di reato proveniente dalla Polizia di Stato, responsabile di aver gettato nel panico e nell'imbarazzo le centinaia di vittime già accertate.
«Mia figlia ha acceso il pc per andare su internet, e guardare video su youtube racconta M.C., commerciante brianzola ma invece di accedere al suo desktop, si è trovata davanti una schermata completamente blu, con il simbolo e la dicitura Polizia di Stato. L'annuncio le notificava il blocco del pc e una multa a suo carico di 10.000 euro, per la presa visione di materiale pedo-pornografico, salvo il pagamento immediato di 100 euro al conto indicato». Il gioco dei nuovi «truffanauti» è semplice: un conto estero, così come la sede di diffusione dei virus, l'utilizzo di simboli e gergo istituzionali ed i pagamenti richiesti attraverso il circuito «UKASH», veloce e poco tracciabile. «Ero certa dell'assoluta innocenza di mia figlia conclude M.C. ma per evitare spiacevoli equivoci, magari qualcuno ha pagato». E' uno scenario facile da immaginare, quello di decine di padri di famiglia o uomini d'affari che, pur di evitare anche il minimo sospetto da parte di familiari e colleghi, potrebbero aver scelto di pagare per una colpa mai commessa, arricchendo le tasche dei truffatori. La polizia postale di Milano, che ha ricevuto centinaia di segnalazioni è al lavoro per risalire ai gestori delle truffe, ma non è ancora in grado di quantificare il numero di vittime del virus che, nel frattempo, ha assunto anche altre vesti. Casi analoghi sono stati registrati in tutto il paese, come testimoniano innumerevoli discussioni apparse durante l'estate sui forum del web, e non solo per false comunicazioni da parte della Polizia di stato per i reati di pedo-pornografia. C'è anche chi è chiamato a pagare migliaia di euro, salvo saldarne immediatamente 100, per la violazione di diritti d'autore o altre normative, a falsa firma anche di Carabinieri e Guardia di finanza. Le forze dell'ordine chiedono ai cittadini di continuare a chiamare e, per sfuggire al raggiro, suggeriscono semplicemente di riformattare il computer. Diverso è il procedimento in caso di «furto di identità informatica», anch'esso molto diffuso durante le ultime quattro settimane. Una mail proveniente da un contatto della rubrica, chiede all'utente un pagamento immediato di 100/200 euro, attraverso uno dei tanti operatori di trasferimento di denaro, perché vittima del furto del bagaglio (con tanto di passaporto e telefonino) all'estero. Facile cadere nel tranello, soprattutto nel caso in cui il contatto da cui si è ricevuta la richiesta di aiuto, si trovi realmente fuori dal paese e magari con il cellulare spento.
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