«Libere tutte», le artiste a casa Testori

Nella villa in Brianza del celebre scrittore un «viaggio» tra donne e arte

Marta Calcagno Baldini

Chi sono le donne artiste di oggi? Andiamo a Novate. In Brianza. Davanti ai binari della ferrovia, in Lago Angelo Testori 13, si trova Casa Testori. La Villa resta tutt'oggi spiritualmente e idealmente fedele alla poetica di Giovanni Testori, l'artista, lo scrittore, il giornalista, il collezionista che vi abitò, con la famiglia, tutta la vita (1923-1993).

Ricerca e libertà non possono che essere alla base di tutta la programmazione di questo spazio, che dal 2009 è aperto al pubblico come Associazione Culturale. La domanda da cui Daniele Capra e Giuseppe Frangi, sono partiti per immaginare e curare la mostra «Libere tutte», che, fino al 16 febbraio, festeggia il X anno della Casa, è quindi capire perché le artiste, oggi, «stanno dimostrando di avere una marcia in più». Oltre 60 sessanta opere di 21 tra le artiste più significative attive in Italia, che spaziano dalla pittura alla scultura, dal video all'installazione, sono state raccolte «per fare il punto della situazione sulla ricerca condotta nel nostro Paese».

Donne dagli 84 ai 25 anni, «Libere tutte», nei media e nei temi che hanno scelto di usare, slegate da questioni di genere o possibili omologazioni: da Laura Pungno che in «Mis-love» ha disposto nel salone della Casa le classiche piante da arredamento domestico. Solo che le ha invase con una schiuma: foglie e rami sono inondate di materiale «poliuretanico», che non le danneggia ma le rende sofferenti, in apparenza, a simboleggiare la condizione umana, che si dibatte tra desiderio di natura e opposizione a dei fenomeni che essa implica, come la vecchiaia, la malattia, la morte. Si parla di cambiamenti climatici nell'opera di Isabella Pers: I suoi dipinti testimoniamo gli effetti del surriscaldamento nelle vite delle persone. Serena Vestrucci, invece, segue I movimenti naturali del suo corpo legando una biro di notte a un diverso arto. Lascia che muovendosi tracci il segno dei suoi spostamenti sulle lenzuola. Dalla corporeità del movimento, all'astrazione di internet che si vede in Maria Morganti: sulla scrivania di Testori, poggia un computer collegato al sito internet dell'artista.

«Quello è a tutti gli effetti l'opera».

Michela Pomaro (1979), in «Camille», si ispira invece alla prima moglie di Monet. Morta giovane a 32 anni, nel 1879: l'installazione è un'esperienza che, attraverso il generarsi dei colori, porta a inseguire la loro mutevolezza.

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