Lingotti d'oro, soldi e gioielli Il «bottino» dei funzionari

La Guardia di finanza sequestra un milione di preziosi e 520mila euro in contanti: erano nascosti in case e cassette di sicurezza degli arrestati

Trentadue lingotti d'oro da un chilo, del valore di 32mila euro ciascuno: fa un milione e 24mila euro. Ma è solo una parte delle ricchezze scovate nel corso delle perquisizioni eseguite dai militari del nucleo di polizia tributaria della Guardia Finanza a casa di Mario Grillone, Giuseppe Amoroso, Angelo Russo e Marco Volpi.

Che i quattro soci della «Professione edilizia srl» arrestati martedì nell'ambito dell'inchiesta sul giro di tangenti per gli appalti nella manutenzione delle case Aler e delle scuole milanesi conducessero una vita da nababbi, «più elevata delle loro condizioni reddituali», lo aveva scritto il gip Alfonsa Maria Ferraro nell'ordinanza di custodia cautelare.

E quello che custodivano tra le mura di casa e le cassette di sicurezza delle banche è la manifestazione plastica delle parole del magistrato. Oltre ai lingotti da Paperone, c'erano 520mila euro in contanti, 19 orologi di lusso e più di 120 tra gioielli e altri oggetti in oro. Il valore complessivo è di circa 2 milioni di euro. Non male per chi per lavoro fa il dipendente pubblico. Almeno sulla carta, perché in ufficio, stando alle intercettazioni, Russo e Amoroso non mettevano piede spesso. Del resto, tessere la tela delle mazzette è più facile se chi vuoi corrompere gira nei tuoi stessi uffici. E usare le informazioni per trarre profitto da gare in cui non dovresti entrare per evidente conflitto d'interessi, anche.

Le ricchezze accumulate, stando a quanto si è potuto apprendere, erano suddivise tra i quattro soci in maniera abbastanza equa: quasi un ulteriore indizio del fatto che se Volpi figurava come titolare della società, anche l'ex dirigente di palazzo Marino Grillone e i due impiegati Russo e Amoroso ne erano non meno parte integrante.

L'inchiesta che ha sollevato il velo su sette anni di gare d'appalto non proprio limpide, intanto, va avanti.

Nei prossimi giorni presumibilmente cominceranno gli interrogatori degli arrestati e delle altre persone indagate. Non poche: ci sono altri sette imprenditori che con le loro società facevano cartello, concordando le offerte da presentare alle gare per ottenere dei ribassi. E ci sono due avvocati, Alessandro e Riccardo Zanchetti, che secondo la ricostruzione dei magistrati avrebbero fornito false documentazioni sempre per le gare. Infine, compaiono tra gli indagati anche altri quattro funzionari di palazzo Marino. L'ingegnere Armando Lotumolo, la geometra Milena Beduschi, l'architetto Davide Plebani e il responsabile della direzione centrale per le opere pubbliche e gli appalti, Stanislao Innocenti. Occupavano - anzi occupano, perché fino a diversa decisione restano al momento in carica - tutti ruoli strategici nell'iter di assegnazione degli appalti. Riferendosi a loro, il gip Alfonsa Maria Ferraro definisce «determinante» il contributo da questi fornito nella preparazione delle offerte da presentare alla gara.

Sette delle gare a cui la piccola cricca dei funzionari comunali ha partecipato si concentrano nel biennio 2001-2012. Ma ci sono anche 9 bandi datati 2014.

Twitter @giulianadevivo

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