Al solito: due pesi e due misure. Il Partito democratico si scaglia contro il governatore della Regione Lombardia Roberto Formigoni. Ne chiede la testa dopo che il presidente del Consiglio regionale Davide Boni e l'assessore Romano La Russa sono finiti invischiati nei gangli della giustizia. "Mi domando se il Pd che chiede le mie dimissioni sia lo stesso che ieri ha detto a Vasco Errani e al sindaco di Bari Emiliano di tenere duro", ha replicato Formigoni accusando i democratici di essere in "stato confusionale".
In una intervista al Tgcom24, il governatore lombardo ha respinto in blocco l'assalto del centrosinistra all'indomani dell'attacco giudiziario a Romano La Russa e al genero Marco Osnato (leggi l'articolo). "Se le opposizioni vogliono dimettersi in massa dal Consiglio regionale - ha spiegato Formigoni riferendosi a una proposta dell’Idv - lo facciano veramente, non come l’Idv che ha consegnato le firme al segretario del partito destinate a rimanere per sempre nel cassetto". Il numero uno della Regione Lombardia hapoi fatto notare che a lui non è stato contestato, così come non è contestato alcun atto della Giunta: "Abbiamo il dovere di tenere fede al patto elettorale. In tutta Italia il fenomeno della corruzione è molto dilatato e per noi la corruzione è un nemico che va sconfitto". Tuttavia, l'augurio di Formigoni, è quello che Davide Boni, indagato per corruzione, dia spiegazioni convincenti della sua estraneità che ha proclamato fin dall’inizio. Formigoni ha, quindi spiegato, che "anche nel caso Boni sono contestazioni avviate in sede accusatoria, ma nessuno può fare giustizia prima della magistratura".
Rispondendo a una domanda sull’alto numero di consiglieri regionali coinvolti in inchieste della magistratura ha ribadito che oltre all'ex braccio destro di Pier Luigi Bersani, Filippo Penati, c’è un secondo esponente del Pd, Angelo Costanzo, dichiarato ineleggibile in Provincia di Sondrio per aver fornito documentazione irregolare alla commissione elettorale. "Chissà perché - si è chiesto Formigoni - non ne parla nessuno?". Per quanto riguarda l'inchiesta Aler, che vede invischiati sia il fratello dell'ex ministro Ignazio La Russa sia il Pdl Osnato, Formigoni ha fatto notare che ci sono "casi di irregolarità amministrative che vanno sanzionate" ma che "non comportano la condanna a morte nei confronti del politico che le ha commesse". Romano La Russa è, infatti, accusato di essersi fatto fare dei manifesti da un dirigente del Pdl per la campagna elettorale del Pdl.
"Probabilmente c’è stata una irregolarità amministrativa ma non c’è stato un imprenditore sotto ricatto che gli ha pagato i volantini", ha concluso il presidente di Regione Lombardia secondo il quale "un avviso di garanzia non è una condanna". "Dobbiamo tenere dritta la barra del diritto - ha ribadito - gli inquirenti hanno diritto di indagare ma è la magistratura giudicante a decidere se una persona è colpevole o no".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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