Luca Testoni
Papageno e Papagena, la Regina della Notte, il mago Sarastro, il principe Pamino e la principessa Tamina. Il mondo magico descritto dall'ultima opera firmata Wolfgang Amadeus Mozart, per l'appunto Il flauto magico, ha resistito all'usura del tempo e continua ad affascinare grandi e piccoli. E dimostra, una rappresentazione dopo l'altra, quanto sia sbagliato quel cliché della cultura cosiddetta popolare che vorrebbe circoscrivere la musica classica e la lirica come materie per pochi e, per di più, anche noiosa. Elio, all'anagrafe Stefano Belisari, 57 anni, milanese zona viale Umbria, per 38 anni leader delle sue imprevedibili Storie Tese, ci sta mettendo del suo a sfatare luoghi comuni duri a morire, riuscendo a far divertire il pubblico non più con le gag del suo ironico e provocatorio canzoniere pop, bensì con il repertorio più conosciuto dell'opera buffa, a cominciare proprio dal capolavoro mozartiano. Che, guarda a caso, ritorna nel titolo del fortunato spettacolo musicale di scena da domani al Teatro Menotti (con repliche fino a domenica 14) «Opera buffa! Il flauto magico e cento altre bagatelle...», durante il quale l'ingegner Belisari, nella doppia veste di narratore e di cantante dalla voce baritonale, dividerà il palco con il soprano Scilla e un trio musicale composto da Gabriele Bellu (violino), Luigi Puxeddu (violoncello) e Andrea Dindo (pianoforte).
La prima delle due parti dello spettacolo, terzo appuntamento della rassegna di narrazione e contaminazione «Talkin' Menotti 2019», sarà appannaggio di una riuscita e gustosissima rielaborazione-rilettura recitata del libro Il flauto magico di Vivian Lamarque intrecciata a parti del libretto d'opera originale datata 1791 nel coro della quale Elio, che a suo tempo si diplomò in flauto in Conservatorio, darà voce ai differenti personaggi e interpreterà la celebre aria e i duetti del buffo uccellatore Papageno. A seguire, ecco un carrellata nel repertorio più conosciuto dell'opera buffa spaziando dal Don Giovanni di Mozart al Il Barbiere di Siviglia di Rossini, passando per i Racconti di Hoffmann di Offenbach. «L'errore, quando si entra nel classico è che ci si irrigidisce tutti, dimenticandosi che i compositori di queste opere le hanno scritte quando erano molto giovani ed erano tutt'altro che rigidi. Al contrario, interpretavano il proprio tempo con molta leggerezza», ha spiegato Elio, non nuovo a cimentarsi con il repertorio classico.
«La musica classica raggiunge livelli di qualità raramente toccati in altri generi musicali, ma soffre moltissimo per la forma e il modo con cui è presentata. Bisogna tornare invece a invogliare in primis i bambini a frequentare la classica».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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