L'ormone dello stress? Crolla entrando al museo

L'ormone dello stress? Crolla entrando al museo

Se il principe Miskin profetizzava con umile mitezza «la bellezza salverà il mondo», neuroscienza e psicologia si caricano di un compito meno gravoso ma necessario: curare ansia e stress nei musei con prove sperimentali alla mano. Non solo grazie alle opere d'arte, ma col contributo dello spazio che le ospita. Contemplare la Venere agli Uffizi o lo Sposalizio della Vergine a Brera ha un quid che rende l'esperienza, gioiosa o triste che sia, più coinvolgente e terapeutica. Il museo come luogo fisico ha una funzione rasserenante, anche perché è vissuto uno spazio protetto. Uno dei quadri scelti come icona del progetto di cura «Asba» è L'ultima cena di Leonardo e il refettorio di Santa Maria delle Grazie contiene il visitatore in un altrove che ha il solo limite di essere breve.

«Si è capito che i musei sono centri di benessere e in base ad alcune ricerche hanno un ruolo più importante del reddito» ricorda Domenico Piraina, direttore di Palazzo Reale. Il professor Vittorio Sironi, docente di Discipline neuroscientifiche alla Bicocca e socio fondatore della Società italiana di neuroetica, snocciola un dato su cervello e salute che fa riflettere: «Dal punto di vista cerebrale con l'arte vengono attivate sul piano neurobiologico le aree della ricompensa, quelle che ci gratificano. Ci sono stati esperimenti pilota in cui si è visto che se andiamo a dosare il cortisolo, l'ormone dello stress, prima e dopo la visita di una mostra o la fruizione di un'esperienza artistica, la diminuzione del cortisolo è del 60 per cento».

Impressionante, anche perché quella botta al cortisolo che genera l'arte riguarda anche i musei scientifici, anzi «il contatto con animali mai visti o strutture naturalistiche con una componente artistica come le farfalle» potrebbe essere un antistress persino più i potente di statue, tele o performances.

Il progetto «Asba», destinato ad andare ancora più a fondo nelle ricerche e soprattutto nella loro applicazione pratica con persone in sofferenza psichica sia leggera che grave e molto grave, decollerà a settembre alla Galleria di arte moderna e al Museo di storia naturale. Cultura e natura. Chi volesse partecipare come volontario alle sperimentazioni è in tempo a contattare i promotori.

Annalisa Banzi è storica e ricercatrice presso il Cespeb, il Centro studi sulla storia del pensiero biomedico della Bicocca: «Sono convinta che curare ansia e stress nei musei sia possibile anche per fasce di popolazione normalmente non interessate». Vale la pena provare anche per chi non è mai entrato in un museo.

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