
La salute mentale, la qualità del percorso di cura dei pazienti con disturbi gravi e nuovi modelli di finanziamento dei servizi di salute mentale finiscono sotto la lente di ingrandimento di addetti ai lavori, amministratori pubblici, rappresentanti della politica e opinione pubblica. Questi gli argomenti che saranno affrontati oggi a Palazzo Lombardia al convegno «I percorsi di cura nei disturbi mentali gravi, tra valutazione della qualità della cura e nuovi modelli di finanziamento», un'iniziativa che dà seguito a un progetto partito nel 2017, finanziato dal Ministero della Salute attraverso i programmi del Centro controllo malattie (CCM) e affidato alla Regione. Il progetto ha avuto l'adesione di Emilia Romagna, Lazio e Sicilia. Secondo l'ultimo rapporto del ministero della Salute (2016) i pazienti in carico ai servizi di salute mentale sono stati 807mila con un tasso pari a 160,9 casi per 10mila. A entrare in contatto con i servizi sono le donne (54% dei casi), mentre la composizione per età riflette l'invecchiamento della popolazione con un'ampia percentuale sopra i 45 anni e una percentuale ridotta di pazienti sotto i 25 anni. Sono stati finanziati circa 12 milioni di interventi, mentre vi sono state 109mila ammissioni nelle strutture psichiatriche ospedaliere e 31mila pazienti sono ricoverati nelle strutture residenziali. Il costo medio annuo per residente dell'assistenza psichiatrica, sia territoriale che ospedaliera, è stato di 75,5 euro.
I servizi lombardi intercettano i pazienti al primo episodio di malattia verso i 21 anni, senza distinzioni significative tra i diversi quadri clinici. È un risultato positivo e indica che si sta riducendo il gap tra esordio del disturbo e inizio della cura.
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