Meno di 100 in rianimazione. Ed ecco come cambia la sanità

Buone notizie dai reparti: 1.200 guariti in un giorno. Ospedale Fiera nel piano terapie intensive del governo

Meno di 100 in rianimazione. Ed ecco come cambia la sanità

I ricoverati in terapia intensiva scendono per la prima volta sotto quota 100, con 1.999 guariti in un giorno. Al di là delle oscillazioni dei tamponi, sono queste le notizie del giorno. «Una bella notizia - dice il governatore, Attilio Fontana - che ci deve spingere a guardare con fiducia al futuro, senza mai abbassare la guardia».
Nel futuro c'è anche un piano di «rafforzamento» della medicina territoriale e un programma di sviluppo delle terapie intensive, con il nuovo centro in fiera che diventa ospedale di riserva pronto ad attivarsi - con quello di Bergamo - al secondo livello di allerta di una nuova eventuale ondata epidemica. Ed è così che la sanità della Lombardia si evolverà, tenuto dell'emergenza Covid che l'ha colpita così duramente.

I piani sono stati delineati in modo sommario, ma esaustivo, dall'assessore al Welfare Giulio Gallera, che è intervenuto in Consiglio regionale per rispondere alle domande dell'opposizione sulla gestione dell'emergenza. Al primo punto del disegno complessivo di revisione-evoluzione della sanità, la riorganizzazione delle terapie intensive. Il punto di partenza è questo: i posti letto in terapia intensiva, durante l'emergenza, sono passati «da 800 a 1800». In pneumologia, «da mille a 12mila. «Entro mercoledì - ha annunciato Gallera - presenteremo a Roma un piano di sviluppo con linee guida precise e puntuali dei posti letto in terapia intensiva e di subintensiva secondo le indicazioni contenute nel decreto del 19 maggio che ci impone di aumentare da 861 a 1.466 i posti letto di terapia intensiva». La Regione inoltre deve raddoppiare le subintensive, portandole da 364 a 700. Si parla di 704 posti, di cui almeno la metà trasformabili immediatamente in terapia intensiva. Posti «di riserva», così come sembra delinearsi per il futuro l'ospedale in Fiera. Gallera ha parlato del progetto a cui la Regione sta lavorando «con un gruppo di tecnici del sistema sanitario, con il contributo importante di responsabili della sanità pubblica e privata accreditata», un piano «che verrà approvato dalla Giunta a inizio della settimana prossima e poi portato la ministero». Ha menzionato inoltre «una serie di fondi che saranno elargiti dal ministero della Salute per la realizzazione infrastrutturale di tutte queste attività», e nel piano di potenziamento delle terapie intensive, «i due ospedali in Fiera, quello di Milano e quello di Bergamo avranno un ruolo specifico e determinato», consentendo di «continuare le attività ordinarie per altre patologie e dall'altro di avere la capacità di fronteggiare questo virus».

Quanto alla medicina territoriale, l'assessore ha parlato di «un piano importante di rafforzamento», «oggi possibile grazie al fatto che ci sono risorse nuove, perché il problema della medicina del territorio è dato dal fatto che non si è investito in questo Paese nelle borse di studio dei Medici di medicina generale per tantissimi anni».

«Il tavolo che abbiamo creato, e che vede protagonista la medicina del territorio, gli ordini dei medici e degli infermieri - ha spiegato ai cronisti a margine del Consiglio - sta lavorando sul piano territoriale: io penso che possa essere il luogo giusto per incubare un elemento di evoluzione anche della legge 23/2015 (la riforma del sistema sociosanitario della Lombardia)».

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