"Milano color dark e la Parigi del cuore": una galleria di paesaggi firmati Damioli

L'artista alla VS Arte contemporanea: «Dipingo le città che ho visto»

"Milano color dark e la Parigi del cuore": una galleria di paesaggi firmati Damioli

«La Parigi di oggi non mi piace, ne dipingo una che ho nel cuore, più sentimentale, degli anni in cui studiavo là». E Milano? «La mia Milano è dark, la ritraggo solo di notte perché di giorno c'è troppo viavai». E poi c'è Pechino, Shangai, New York: l'arte di Aldo Damioli è un viaggio continuo, entrare in una sua mostra significa trovarsi davanti a dei paesaggi sempre nuovi anche quando familiari, perché interpretati con uno spirito calmo, sobrio, alla ricerca di un equilibrio dato dall'assenza.

«Sono davvero stato in tutti i luoghi che ho dipinto continua -: fotografo, disegno sul posto e quando arrivo in studio realizzo i miei quadri». Una ventina di tele dell'artista milanese (classe 1952) sono esposte nella nuova galleria VS Arte Contemporanea in via Appiani 1 per la mostra «Aldo Damioli, città della mente» a cura di Elena Pontiggia: sì, allo stesso civico c'era, fino ad una decina di anni fa, Appiani Arte per Immagini, galleria milanese il cui prestigio è legato al nome del mecenate Alfredo Paglione, che rese il suo spazio un punto di riferimento per tutti i più grandi artisti del 900 (Guttuso, Fontana, De Chirico per citarne solo tre). «VS» sta per Vincenzo Panza e Samantha Ceccardi. Lui figlio di un collezionista d'arte contemporanea e oggi appassionato di collezionismo storico, in particolare rinascimentale, nella vita professionale manager di aziende internazionali come Semens. Lei esperta organizzatrice di eventi di grande portata. «Da qualche anno a questa parte io avevo deciso di allargare il mio raggio d'interesse anche all'arte contemporanea, una passione latente racconta Vincenzo Panza -. Sono quindi andato da Alfredo Paglione per chiedergli dei consigli su come entrare in questo mondo anche da conoscitore e lui è stato il mio Virgilio: andavo a trovarlo e mi spiegava il sistema dell'arte contemporanea, mi raccontava luci e ombre di questo mondo».

La Galleria in via Appiani era chiusa ormai da dieci anni: tra un incontro e l'altro alla fine Paglione decide di affidarla a Panza e la Ceccardi «per condividere la gioia di poter riaccendere le luci in questo storico spazio». Che ritornerà all'antica gloria? «Organizzeremo mostre di artisti già affermati nel mondo dell'arte contemporanea alternate a mostre di personalità storiche del Novecento, ma si farà anche ricerca di nuovi talenti, partecipando a fiere e festival di arte. Ogni mostra avrà un catalogo e un curatore».

Damioli ha aperto il nuovo spazio in nome della sua milanesità, che però, viste le sue opere, è anche internazionalità. Un linguaggio che propone un incrocio di stimoli e di idee: che è anche il vero lavoro di una buona Galleria.

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