Un uomo in via Lorenteggio mi ferma: "La sera qui è meglio alzare il volume delle televisione per non sentire quello che succede in strada e negli altri appartamenti. La gente si mena, urla, lancia i mobili per strada. È la situazione abitativa ad averli resi così…". Siamo a Milano, a solo a pochi chilometri dal centro cittadino e dal quadrilatero della moda. Il tram 14 attraversa via Orefici, piazza Duomo e via Torino, strade dello shopping, e in pochi minuti raggiunge il quartiere Giambellino-Lorenteggio, dove la sofferenza e la desolazione si toccano con mano e, quasi, si respirano. Il quartiere prende il nome dai due grandi viali su cui è stato costruito negli anni Venti del Novecento: da un lato via Giambellino, dall’altro via Lorenteggio. Su entrambe le vie sorgono le decine di case popolari costruite durante la guerra per operai, indigenti e immigrati dall’Italia e dall’estero, secondo il metodo d’intervento dell’edilizia residenziale pubblica e agevolata.
Un quartiere lasciato in mano ad Aler: il degrado, le case vuote e il progetto di riqualificazione
La gestione dei caseggiati è affidata ad Aler, Azienda Lombarda per l’Edilizia Residenziale, che amministra un totale di 70.057 unità immobiliari e 200.000 inquilini sul solo territorio del Comune di Milano e della provincia. Il suo intervento sul quartiere Giambellino-Lorenteggio, tuttavia, è fallito. In 60 anni non sono stati realizzati lavori di manutenzione o ristrutturazione straordinaria, le case sono state lasciate in condizioni di sporcizia estrema, degrado e, spesso, criminalità. Dei 2677 appartamenti dislocati nei 31 caseggiati lungo le due vie, infatti, 916 sono sfitti da tempo perché troppo compromessi. E, come spesso accade quando le liste d’attesa per le case popolari sono troppo lunghe da sopportare, questi appartamenti vuoti vengono occupati abusivamente. Nel 2017, Aler, regione Lombardia e comune di Milano hanno firmato un accordo per la riqualificazione dell’intero quartiere Giambellino-Lorenteggio e la realizzazione di 329 nuovi alloggi: il progetto valeva 85 milioni di euro finanziati, per la maggior parte, dall’Unione Europea. Inoltre, dal momento che la bonifica di alcuni caseggiati sarebbe stata troppo costosa, Aler ha deciso che i palazzi più compromessi sarebbero stati abbattuti. Tra questi, anche il condominio di via Lorenteggio 181, composto da tre edifici.
Il civico 181, discarica a cielo aperto
Il civico 181 di via Lorenteggio è il più danneggiato della zona, tanto che gli abitanti del quartiere lo chiamano “discarica a cielo aperto”. Dal febbraio 2017, solo un edificio su tre è stato abbattuto a causa della presenza di inquinanti e idrocarburi trovati nel terreno sito proprio al 181. I carotaggi, d’altronde, sono stati avviati solo a lavori già iniziati, e la riqualificazione non può andare avanti per il momento, facendo perdere 1,8 milioni di euro che devono essere restituiti all’Europa. Nel cortile tra i due caseggiati rimasti in piedi si cammina fra cumuli di macerie, immondizia, ratti, scarafaggi, vetri rotti, mobili lanciati dai piani superiori. All’interno degli edifici, solo pochi sono i regolari assegnatari degli alloggi, mentre la maggior parte (36 famiglie) ha invaso e occupato gli spazi sfitti delle scale A e G. «Al 181 lo scorso dicembre è scoppiato un incendio, ma neanche questo ha fatto sì che l’Aler facesse qualcosa contro il degrado del condominio. Hanno semplicemente murato le entrate ai palazzi, per impedire che altre famiglie occupassero illegalmente le case rimaste vuote», racconta un abitante di un palazzo in via Lorenteggio. Nonostante gli inquilini del 181 siano notoriamente abusivi, un protocollo d’intesa stipulato dai sindacati, dal Comune e dalla Regione, infatti, impedisce alle autorità di intervenire con la forza sui cosiddetti “occupanti per necessità”. E così, per invitare le famiglie a liberare gli alloggi, Aler ha già tolto da tempo acqua, gas e luce, secondo la modalità dello sfratto bianco o accompagnato.
Le occupazioni abusive e gli arresti di dicembre 2018
A dicembre è stato scoperto che l’occupazione abusiva delle case funzionava grazie al “Comitato Abitanti Giambellino-Lorenteggio”, che negli ultimi 4 anni ha illegalmente assegnato gli alloggi sfitti ai richiedenti in stato di maggior necessità abitativa. La mattina del 13 dicembre sono stati arrestati 9 rappresentanti del Comitato (di cui 7 italiani e 2 stranieri) con l’accusa di aver messo in piedi un’organizzazione criminale per la distribuzione degli appartamenti, sostituendosi così alle graduatorie previste dall’Aler. «Affermiamo che queste accuse sono assolutamente vere. Da anni agiamo nel quartiere per far fronte alla grave situazione di emergenza abitativa, speculazione e abbandono che il quartiere, come altre zone della città, vive. Il Comitato Abitanti Giambellino-Lorenteggio si occupa di risolvere problemi causati dall’incuria, dalla speculazione edilizia e dalla gestione mafiosa di Aler e del Comune. Abbiamo assegnato decine, forse centinaia di case vuote a famiglie che ne avevano bisogno. Abbiamo difeso queste famiglie dagli sgomberi e le abbiamo aiutate a riavere un tetto sulla testa. Lo abbiamo fatto insieme con gli abitanti, aiutandoci a vicenda», ha dichiarato il Comitato in un post condiviso su Facebook. Di fatto, l’assegnazione delle case da parte del Comitato funzionava attraverso semplici telefonate: il numero di cellulare dei responsabili era pubblicizzato sui volantini distribuiti nel quartiere e, chi chiamava, aveva accesso più o meno immediato ad uno degli alloggi vuoti della zona. Alcuni sostengono che, per poter entrare nelle case, le famiglie dovessero pagare una tangente al Comitato, che però rifiuta le accuse. Nel frattempo, ogni giorno, per Aler, si aprono più di un migliaio di nuove pratiche.
Ma la noncuranza nei confronti dell’emergenza abitativa del quartiere Lorenteggio-Giambellino ha prodotto una spaccatura sociale che è ormai enorme. Dall’altra parte, oltre 25.000 famiglie aspettano da anni l’assegnazione di un alloggio nella città metropolitana di Milano, mentre le case gestite da Aler e rimaste sfitte perché pericolanti sono più di 10.000.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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