«Milanoltre» va in scena con le sfide della danza

Dal focus sul Canada alla «Fattoria Vittadini» Dal 28 settembre show al via all'Elfo Puccini

Marta Calcagno Baldini

Cos'è la danza oggi? Che non sia più solo un repertorio classico o moderno, è noto. Si sa anche che non necessariamente uno spettacolo di danza è accompagnato dalla musica e, grazie alla XXI edizione di Milanoltre Festival, che parte il prossimo 28 settembre fino al 29 ottobre al Teatro Elfo Puccini - lo spazio Dance House e NonostanteMarras - si imparerà che sulla scena si possono unire movimenti astratti e gesti concreti.

«Quest'anno il festival si arricchirà di due focus che avvicineranno il mondo della danza anche ad altri ambiti», dice Rino De Pace, direttore artistico di Milanoltre. Anzitutto il focus su Enzo Cosimi, il coreografo e regista già ospite del Teatro della Scala e premiato alla Biennale di Venezia nel 2014: il 22 ottobre allo spazio NonostanteMarras sarà in scena alle ore 21, «La bellezza ti stupirà» lavoro di Cosimi, realizzato in collaborazione con diverse associazioni di persone senza fissa dimora (per Milano con il Progetto Arca onlus) e che prevede una collaborazione con lo stilista Antonio Marras per la creazione dei costumi. Protagonisti saranno 20 cittadini senza fissa dimora. L'altro focus sarà sul Canada, di cui decorre quest'anno il 150° anniversario dalla fondazione: dal 7 al 14 ottobre si potranno scoprire i talenti dei migliori protagonisti della danza dal Quebec e del British Columbia, come Loise Lecavalier, danzatrice che ha duettato con David Bowie che il 7 ottobre alle 20.30 porterà all'Elfo «Battleground», danza ispirata al «Cavaliere inesistente» di Calvino.

Dal Canada all'Italia, per festeggiare i 10 anni di Fattoria Vittadini, la compagnia nata in seno alla Paolo Grassi: dal 5 al 12 ottobre saranno in scena all'Elfo con 3 lavori. A segnare l'ampiezza di concezione con cui si interpreta la danza oggi è anche la coreografa che il 28-29 settembre darà il via al Festival: Anne Teresa De Keersmaeker, belga classe 1960, porta a Milano «Rosas danst Rosas», coreografia dal 1983 che è diventata un punto di riferimento nella storia della danza postmderna. Quattro interpreti, donne, «danzano loro stesse», ovvero ripetono in modo perseverante gesti quotidiani, citazioni di specifiche situazioni e azioni di tutti i giorni, unendoli ad altri astratti.

Tra ospiti come Fabrizio Favale, a cui è dedicato un terzo focus, coreografo che vede la danza quasi come una filosofia e che porta il 30 settembre all'Elfo «Ossidiana» e il I ottobre «The Rain Sequence», il 4 ottobre Ariella Vidach porta in prima nazionale «HabitData», sulla relazione tra uomo e macchina. La Statale ha infine organizzato delle lezioni aperte su alcuni degli spettacoli in programma, mentre nella Dance House gli stessi artisti terranno delle masterclass per danzatori professionisti.

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