Regina De Albertis, presidente di Assimpredil Ance. Giorni fa ha lanciato il grido d'allarme del settore delle costruzioni e ha convocato per oggi un'assemblea generale straordinaria. Cosa dirà?
«Che non c'è più tempo, la situazione è così grave che a breve potrebbero fermarsi interi comparti quindi servono subito delle misure eccezionali. Ho chiamato a raccolta tutta la filiera delle costruzioni che insieme vale circa il 20% del Pil del Paese. Siamo in un momento di grandissima espansione, ci sarebbero grandissime possibilità, dal tema del Pnrr al superbonus del 110% a un mercato immobiliare privato che nel nostro territorio sta prendendo ancora più slancio ma il settore rischia di fermarsi perchè c'è stato un costo spropositato delle materie prime e c'è un problema di approvvigionamento, dalle zone di guerra e non solo».
Partiamo dal caro prezzi.
«É iniziato a gennaio ma negli ultimi 15-20 giorni si sono registrati degli aumenti ancora maggiori. Porto qualche esempio: da inizio marzo il prezzo del ferro per cemento armato è cresciuto del 40%, quello del gas naturale dell'875%, l'energia elettrica del 542%, il bitume del 40%. Non si può andare avanti così e bisogna mettere in conto che questa situazione si può risolvere solo tutti insieme, facendo sistema e non pensando di scaricare il problema a valle».
Chi parteciperà all'assemblea?
«Parleremo con il mondo della produzione, con i sindacati, i committenti, le stazioni appaltanti e ovviamente con la parte pubblica, Comune, Regione, governo».
Diceva che ci sono anche problemi di approvvigionamento?
«É un problema incredibile, negli ultimi 15 giorni ho ricevuto tantissime lettere da miei fornitori, mi dicono non solo il prezzo sarà più alto del 20/30% ma non sono in grado di garantire i tempi di consegna. E c'è carenza di materiali provenienti dalle zone di guerra come il ferro e altri prodotti indispensabili, così è impossibile continuare le lavorazioni».
Anche il sindaco giorni fa ha spiegato che il Comune fatica a trovare aziende disposte a fare lavori pubblici ai vecchi prezzi, ne ha parlato anche con lui?
«Beppe Sala non potrà essere presente ma lancerà un messaggio perchè la situazione è proprio questa, i prezzi sono aumentati in media del 30%. E conferma che siamo tutti sulla stessa barca, si può superare la crisi solo trovando tutti insieme le strategie per salvaguardare lavoratori e imprese e servono misure urgenti e straordinarie, nessuno può chiamarsi fuori schiacciandola parte debole della catena, sarebbe folle. O troviamo un punto di equilibrio o ci bruciamo tutti, il Paese rischia di bruciarsi».
Cosa chiede dunque al governo?
«Innanzitutto una ricognizione delle opere del Pnrr, vanno rivisti tempi e costi. Se ne possono fare meno, indichino le più importanti e rivedano i prezziari perchè ai vecchi valori non sarebbe sostenibile realizzarle per le imprese. Servono ammortizzatori sociali che sostengano le imprese e i lavoratori in questa fase di difficoltà e azioni volte a sostenere le esigenze di liquidità delle aziende a seguito dell'aumento dei costi. E poi misure atte a ridurre in modo significativo, e non meramente simbolico, il costo del carburante».
Lo sconto approvato nei giorni scorsi dal governo non è sufficiente?
«Varare queste misure molto simboliche per dire che il governo qualcosa ha fatto non porta da nessuna parte, ribadisco che il rischio di un blocco delle imprese, quindi dei cantieri, è grandissimo.
Come fa un'azienda che ha firmato un contratto al 30% del costo in meno a portarla a termine? E se si bloccano i cantieri significa che si bloccano infrastrutture, progetti di rigenerazione urbana. In vista dell'assemblea abbiamo contattato tutti gli associati uno ad uno, oggi presenteremo l'elenco dei problemi che li attanagliano e daremo possibili soluzioni».
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