Il piano vaccinazione anti Covid in Lombardia entra nel vivo: «attorno al 23 febbraio - ha spiegato l'assessore al Welfare Letizia Moratti (nella foto)- si concluderà la prima fase e dal giorno seguente partirà la seconda, con la somministrazione delle vaccinazioni agli ultraottantenni». La squadra lombarda sta cercando di mettere tutti i tasselli al loro posto per garantire la partenza del piano nei nuovi tempi, a partire dall'annosa questione della fornitura delle dosi. «I tempi sono stati anticipati dal Governo per l'arrivo di tutte le dosi Pfizer, Moderna e Astrazeneca - ha spiegato Moratti - Questo ci consente di andare non più in sequenza, ma in parallelo con diversi vaccini. È un piano che subisce continue modifiche». Un esempio? «Il Governo - spiega - aveva comunicato di somministrare il vaccino di AstraZeneca alle persone con meno di 55 anni. Oggi, invece, ci è stato detto che si può usare anche con gli over 55».
La Regione starebbe cercando di anticipare i tempi per la vaccinazione ai liberi professionisti, in particolare agli odontoiatri (compresi nella fase 1 bis), circa 10mila in tutta la Lombardia. «L'ultima comunicazione che ci è arrivata dell'Ats parla del 5 marzo - attacca Andrea Senna presidente della Commissione Albo Odontoiatri - ma è troppo tardi. Noi siamo gli unici medici che lavorano con pazienti senza protezioni: siamo praticamente dentro la bocca dei nostri pazienti, così gli assistenti alla poltrona. Siamo tra le categorie più a rischio eppure siamo stati messi in fila dopo gli amministrativi degli ospedali che corrono meno rischi di noi».
Il 24 febbraio si dovrebbe partire con gli over 80, una platea di 700mila persone, di cui 620mila cronici. Il tema è molto delicato: secondo il Piano illustrato ieri gli over 80 verranno chiamati per l'appuntamento da un operatore (il medico di base raccoglierà l'adesione, ma sull'adesione alla campagna vaccinale anti Covid dei medici di base non è ancora stato siglato uno specifico accordo). Mai come in questo momento gli anziani sono soggetti a truffe, sarà molto importante comunicare quanto prima e in maniera univoca chi li contatterà e dove dovranno fare il vaccino (non tutti gli studi medici sono adatti, per esempio) per evitare spiacevoli episodi.
Altro tema molto complesso, che vede coinvolte sia Invitalia che la Regione è il reperimento del personale medico per la «campagna massiva». La Regione ha lanciato una «call» per l'adesione volontaria di medici in pensione e infermieri, in aggiunta al bando di Invitalia per il reclutamento di 3mila dottori e 12 mila infermieri, chiuso il 28 dicembre, e di cui ancora non si conoscono gli esiti. «Per la Lombardia sarebbero in arrivo 650 persone a febbraio, per salire a 2.500 medici e infermieri nei mesi estivi. Ma quello che non è chiaro spiegava Moratti la settimana scorsa è la progressione, abbiamo ritenuto importante chiedere al commissario Arcuri di avere la certezza di questi numeri».
Non solo, per rinforzare la schiera di personale l'assessore Moratti ha chiesto «la possibilità di utilizzare gli specializzandi del primo e del secondo anno. Solo in Lombardia potremmo averne 2500 circa». Ora si attende però che il governo inserisca nel Decreto Milleproroghe l'equipollenza tra l'attività vaccinale e il valore del tirocinio, mentre gli stessi specializzandi protestano contro quello che chiamano «sfruttamento».
Coinvolte nel piano anche le farmacie, come luogo di prossimità, soprattutto per gli anziani.
Anche qui il nodo da sciogliere è la necessità di reperire dottori che facciano l'anamnesi del paziente e garantiscano la sorveglianza in caso di reazioni avverse (il vaccino sarà inoculato da un infermiere) in quanto i farmacisti non sono abilitati. Il bacino cui attingere è abbastanza ampio: su 170mila medici lombardi 8mila sono convenzionati e 50mila liberi professionisti come medici legali, del lavoro, specialisti, ma servono accordi specifici.
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