È il 21 novembre quando O., 77 anni, dopo una decina di giorni di ricovero, muore di Covid al Policlinico di Milano. Passano i giorni e, dopo la cremazione, i figli del signor O., riporta il Corriere, provano a chiedere i suoi oggetti personali all’ospedale per poterli consegnare madre. Dal Policlinico spiegano che tutto viene messo nei sacchi, che c’è il rischio di contaminazione e che ci sono normali tempi d’attesa. “Noi - spiegano i figli - abbiamo fatto la prima richiesta al tredicesimo giorno”.
Come è andata a finire, lo racconta la moglie, la signora R.: “Positiva al virus, debilitata, scioccata per la scomparsa del compagno di una vita, l’altro giorno ho detto ai miei figli che sarei andata io in ospedale per il ritiro degli effetti personali del sig. O., uomo onestissimo, grande lavoratore, mio marito e loro papà. Allora mi hanno confessato che non c’era più niente, era sparito tutto; sciacalli/avvoltoi in azione al Policlinico, una delle eccellenze milanesi, avevano rubato, depredato, portato via tutto. Il tutto comprende: oggetti di valore e sentimenti di amore legati a un uomo, padre e marito esemplare”. La fede di matrimonio, una collanina d’oro, un telefonino, l’orologio che il signor O. portava sempre al polso, perché era stato l’orologio di suo padre. Niente. Nella stanza dell’ospedale in cui vengono sistemati gli averi dei pazienti ricoverati non si è trovato più niente. Tutto “scomparso”. O meglio, rubato.
Uno sciacallaggio che, sommato al dolore della perdita, diventa inaccettabile. “Mi hanno detto che mio padre non sarebbe stato intubato perché troppo anziano e in condizioni troppo gravi, e questo lo posso capire — racconta il figlio del signor O. — Quello che invece non posso sopportare è l’insulto. Il valore economico delle cose di mio padre non interessa. Che però mia madre e noi figli non possiamo riavere le sue cose, quelle che aveva addosso quando è salito in ambulanza, non può essere definito in altro modo. Un insulto”.
Ma non è la prima volta che qualcuno approfitta della completa solitudine in cui sono costretti i pazienti dei reparti Covid. Era il dicembre scorso, quando alcuni parenti di pazienti morti per coronavirus all'ospedale Moscati di Taranto denunciano totale mancanza di assistenza e condizioni di ricovero inadeguate. I casi sarebbero almeno sette.
E spuntano anche furti di telefoni e oggetti di valore, come fedi e collane, mai riconsegnati ai parenti dei pazienti deceduti. Non solo. Ci sarebbero, a detta dei parenti, delle prove video girate nei reparti e poi cancellate dai cellulari dei pazienti.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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