Assessore De Corato, cosa pensa del caso delle minacce e degli insulti rivolti alla senatrice a vita Liliana Segre?
«Guardi, noi abbiamo avuto modo di testimoniare già nel 2000 la nostra solidarietà alla signora Segre, che allora non era senatrice. Quando dico noi dico il centrodestra, la maggioranza di un Consiglio comunale in cui sedevano Silvio Berlusconi, Matteo Salvini, l'ex sindaco Marco FormentiniUn Consiglio di un certo livello. Raccontò la sua storia, era forse la prima volta che lo faceva in una sede istituzionale a Milano, ricordo che avevamo le lacrime agli occhi».
Cosa ha pensato quando ha letto che la prefettura le ha assegnato la scorta?
«La scorta viene decisa sulla base di segnali di cui gli organi di polizia dispongono, io l'ho avuta, in genere vanno oltre ciò che si legge. Io ho ricordato quel giorno, il 27 gennaio 2000, per dire che noi non abbiamo avuto bisogno di input particolari. C'era anche Emanuele Fiano in Consiglio, non fu Fiano a sollecitarci. Furono il sindaco Gabriele Albertini, il presidente del Consiglio Massimo De Carolis e tutto il centrodestra a decidere motu proprio quel gesto. E allora non si conosceva così bene la sua storia, non c'era il Binario 21, ma ci siamo sentiti in dovere di farlo. Oggi tutti discettano del centrodestra ma forse un episodio come questo molti lo hanno dimenticato».
Lei è esponente di una destra che arriva dal Msi.
«Sì, il nostro ministro degli Esteri, Tremaglia, era sicuramente più filo-israeliano dei ministri degli Esteri veri, quelli Dc. Noi come Msi abbiamo riconosciuto subito la tragedia dei campi di sterminio e siamo stati solidali con chi l'ha vissuta. A Milano io ho dato i locali alla scuola ebraica. Non ci sono mai stati problemi. E si parla del centrodestra? Dall'altra parte, anche nell'attuale maggioranza, c'è una sinistra radicale - non devo dire io quali sono i suoi slogan, o cosa accade alla Brigata ebraica il 25 aprile - una sinistra radicale che è contro Israele e contro gli ebrei».
Cosa può dirmi della pagina nera delle leggi razziali?
«Lo stesso Giorgio Almirante prese le distanze, fu una brutta pagina che mai né il Msi né An hanno mai condiviso, l'abbiamo denunciata come la peggiore della nostra storia e non abbiamo mai avuto problemi a dirlo nelle piazze, nei congressi, sempre. E questo è accaduto fin dal dopoguerra e poi anche con la Destra nazionale, quando il partito si aprì a storie diverse: ai cattolici, ai monarchici, ai liberali, pensi che entrò anche un partigiano, Agostino Greggi. Il rifiuto di quella pagina è stato totale già allora. In tempi non sospetti».
Lunedì c'è stato un sit-in proprio al Binario 21 per Segre. Ha partecipato il vostro capogruppo Andrea Mascaretti, che è stato applaudito. Lei non ha pensato di andare?
«La convocazione arrivava da un mondo di sinistra. La mia presenza avrebbe potuto determinare reazioni diverse, non era facile. C'è stato un momento in cui ci ho pensato, poi mi sono detto: Vado a disturbare o provocare reazioni». Un conto è Mascaretti, con la sua storia, un altro discorso sono io».
Cosa ne pensa della commissione parlamentare su odio, razzismo e antisemitismo?
«Molto spesso le commissioni vengono usate come strumenti. E i documenti a volte sono fatti per essere votati da tutti, altre volte per non essere votati da tutti.
Noi abbiamo chiesto delle modifiche, delle integrazioni, abbiamo chiesto di inserire il terrorismo islamico, l'estremismo islamico. La condanna di certi fenomeni non può essere unilaterale. La risposta è stata negativa e il centrodestra si è indirizzato sull'astensione».
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