"Ora si rischia di morire più per l'ipertensione che per il Coronavirus"

Il cardiologo: "Malattia troppo trascurata". Lunedì il Policlinico aperto alle visite gratis

"Ora si rischia di morire più per l'ipertensione che per il Coronavirus"

Un «killer silenzioso» lo definiscono medici ed esperti: è l'ipertensione o pressione alta, principale fattore di rischio cardiovascolare. Una malattia molto pericolosa dal momento che non dà sintomi, ma può provocare danni permanenti a cuore, cervello e reni, da circa un anno e mezzo completamente «dimenticata» per via della pandemia. In occasione della Giornata Mondiale dell'ipertensione di lunedì la Lega Mondiale contro l'Ipertensione arteriosa e la Società italiana Ipertensione arteriosa vogliono puntare i fari su una patologia troppo a lungo trascurata, ma che affligge un terzo della popolazione (in Italia 16 milioni, oltre 3,3 milioni in Lombardia). Con l'emergenza Covid, infatti, un terzo dei malati ha ritardato o saltato le visite di routine con i rischi che ciò comporta. Con la giornata di sensibilizzazione si invitano i cittadini a farsi misurare la pressione al Centro del Policlinico (via F. Sforza 35) che sarà aperto per l'occasione, in farmacia, presso il medico di base e a fissare gli appuntamenti di controllo. Dai sessantenni ai giovani perché siamo di fronte a un nemico che non dà il preavviso prima di colpire: «Se avvertite mal di testa o una sensazione di testa pesante, se avete le palpitazioni o vedete come dei moschini davanti agli occhi e vi sentite strani, correte a misurare la pressione - avverte Stefano Carugo, direttore dell'Unità operativa di Cardiologia, professore associato di Malattie dell'Apparato Cardiovascolare dell'Università degli Studi e responsabile regionale della Società Italiana di Cardiologia - questo semplice gesto potrebbe salvarvi la vita».

La pressione alta è una patologia correlata all'età, che interessa quindi la fascia dai cinquantanni in su. Nel mirino gli uomini intorno ai sessant'anni, diabetici, con colesterolo alto e in sovrappeso. I fumatori, chi conduce uno stile di vita sedentario, chi è sotto stress.

Non pensino, però, di esserne al sicuro i giovani, in particolare chi fa uso di sostanze eccitanti, fuma e conduce uno stile di vita sedentario, dal momento che questa patologia ha una componete genetica. Se si hanno entrambi i genitori malati e si pratica sport si ha comunque il 50 per cento di possibilità di venire colpiti. «I giovani sfuggono alle statistiche perché non si misurano la pressione - spiega Carugo - ma individuare l'eventuale causa della malattia sul nascere permette di salvaguardare organi che nel tempo possono subire danni irreversibili. Non c'è età per la prevenzione né per curarsi bene. Ora, infatti, si muore più di ipertensione, principale causa di ictus e infarti che di Covid - spiega il direttore dell'Unità operativa di Cardiologia del Policlinico - perché si tratta di una malattia che è stata trascurata. Ora che lentamente si stanno riaprendo i reparti ospedalieri vogliamo invitare i cittadini a prendersi cura di questa patologia e a sottoporsi a screening. Cosa bisogna fare? Misurare la pressione ed eventualmente cercare la causa di una pressione troppo alta: tra 160 e 100 si ha una percentuale di rischio di infarto pari al 20 per cento, con 128-80 scende al 5 per cento.

A dimostrarlo uno studio pubblicato settimana scorsa su The Lancet dimostra che avere 5 millimetri di mercurio in più di pressione arteriosa aumenta del 10 per cento il rischio relativo ad eventi cardiovascolari». Le regole d'oro per non ammalarsi: fare sport, perdere peso, smettere di fumare e mangiare poco salato.

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