Espropri? Avanti tutta. Il Comune non ha intenzione di arretrare di un millimetro sulla bozza del nuovo regolamento edilizio, in via di adozione. Ad accendere la miccia dello scontro alla Commissione urbanistica l'articolo 11 del nuovo regolamento che dà la facoltà all'amministrazione di diffidare i proprietari degli edifici abbandonati da più di cinque anni «di eseguire interventi di ripristino, pulizia e messa in sicurezza delle aree e di recupero degli edifici sotto il profilo edilizio», e in mancanza di questo di «provvedere di ufficio, addebitando i costi e una sanzione e attribuire al bene una destinazione pubblico». Il pensiero vola alla torre Galfa, grattacielo privato in zona Centrale, abbandonato da anni, occupato dal collettivo Macao il 5 maggio 2012 in nome del «bene comune». Norma che nonostante le critiche e gli attacchi il vicesindaco e assessore all'Urbanistica Lucia de Cesaris non ha intenzione di cancellare: «sono disponibile alle modifiche ma non alla cancellazione» tuona. Per il vicesindaco «il problema degli edifici in disuso è da affrontare: io lo pongo al centro dell'attenzione, qualcuno la vede diversamente. Ci confronteremo». Una certezza: la norma scritta nel Regolamento «si può rivedere ma non cancellare: è necessaria», ha spiegato De Cesaris.
Il nodo fondamentale è la presunta incostituzionalità: «È una palese violazione dell'articolo 42 della Costituzione che tutela appunto alla proprietà privata» attacca il consigliere di Forza Italia Fabrizio de Pasquale, che fa luce sull'incoerenza del Comune: «si potrebbe fare una lista di edifici di proprietà del Comune abbandonati e in completo degrado, a partire dalle palazzine di viale Molise occupate da Macao». «Se l'abbiamo scritta - la replica secca della de Cesaris, avvocato prima di entrare in giunta - è perché la riteniamo costituzionale, c'è anche un parere della Consulta. Vogliamo rispettare la proprietà privata ma ricordo anche che ci sono motivi di funzione sociale e di rispetto della convivenza di tutti. Non vogliamo appropriarci di proprietà private ma vogliamo che vengano usate e abbiano una destinazione». Palazzo Marino ha quasi completato il censimento degli edifici abbandonati: 270 quelli privati, «un po' meno quelli pubblici» «che non sono solo di proprietà comunale» sottolinea l'assessore. «Il Comune su questo sta lavorando a tambur battente, e la norma è per tutti, servirà anche per favorire il recupero dei beni degli enti pubblici, non solo del Comune».
Fa quadrato intorno al vicesindaco Sel con Luca Gibillini: «difenderemo a spada tratta la norma: è evidente che a Milano uno dei problemi principali sono gli spazi abbandonati per la speculazione edilizia e dell'incapacità degli operatori. Questo è l'unico modo per disincentivare l'abbandono degli edifici. Lo spazio è un valore assoluto».
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