La mobilità green «se deve essere una moda la lasciamo ai fighetti». I diritti gay? «Lascio volentieri a Beppe Sala la battaglia sulla città aperta e i nuovi diritti, la discriminazione di genere non è il primo dei miei obiettivi, vediamo di difendere salario e lavoro, ormai si licenzia per un messaggio su Facebook». Gianluigi Paragone - ex direttore del quotidiano leghista La Padania, ex senatore 5 Stelle, fondatore di Italexit - scende in campo e si autodefinisce «l'ariete» e «l'outsider», bolla Sala e il papabile del centrodestra Oscar Di Montigny come «fighetti», avverte che farà una campagna «molto ideologica». Il suo capolista sarà Massimo Zanello, ex assessore regionale leghista. Paragone boccia ciclabili, monopattini, nuovo stadio, delivery. Nell'ordine, le piste che sono diventate il progetto simbolo della giunta Sala «sono pericolose, a volte si rischia di più su queste piste ritagliate, che hanno spazi che sono quello che sono, città come Milano non possono essere conformate ai modelli del nord Europa solo perchè ci siamo messi in testa di inseguire le mode» e «se c'è un oggetto che viene venduto come green ed è fortemente inquinante nel suo impatto produttivo è il monopattino elettrico, è l'inganno di chi si veste di verde e sta rifilando un pacco storico». Nella sua battaglia contro fondi bancari che starebbero dettando legge in città (annuncia già un tour a partire da Citylife) e multinazionali, l'ex senatore M5s spara a zero sul progetto del nuovo stadio di Milan e Inter: «Se si stratta di regalare nuovi spazi commerciali ai fondi di Milan e Inter dico assolutamente no, San Siro va bene, al limite si lavora sul vecchio stadio, ma regalare un altro luogo sempre ai soliti, anche no». Sembrano pillole della decrescita infelice tanto cara ai grillini. «Toglieremo la golden share a banche e multinazionali» sostiene. Compreso «il modello non virtuoso del delivery, che rovina anche la ristorazione sana» e «sfrutta i riders».
Non ci sarà Italexit nel simbolo («è la proposta per le politiche, questa sarà concentrata su Milano»).
Paragone sostiene che Sala «cinque anni fa poteva essere tranquillamente il candidato del centrodestra» e «il centrodestra oggi sta pensando al candidato perfetto per perdere, pensa il parente di, sotto la protezione di Gabriele Albertini che sarebbe un vicesindaco part time».Il candidato «outsider» è no vax, ha contratto il Covid e non si è vaccinato, «aspetto di capire questa sperimentazione dove va a finire - spiega -, non credo nel potere del vaccino per scongiurare il contagio».
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