Il Pd candida la prima trans, la "gretina" e la paladina rom

I nomi della lista dem guidata da Maran e Scavuzzo. I Radicali "sfidano" +Europa e presentano il simbolo

Il Pd candida la prima trans, la "gretina" e la paladina rom

C'è la portavoce della comunità rom e sinti, Dijana Pavlovic, che quando Beppe Sala nel 2019 osò ipotizzare il daspo urbano per i nomadi accampati abusivamente sulle strade lo accusò di non essere un sindaco di sinistra. C'è la prima candidata donna transgender, Monica Romano, 42 anni, l'attivista per i diritti Lgbtq+ Michele Albiani e quella dei Fridays for Future Sarah Brizzolara «detta Briz», 25 anni, «seguace» di Greta Thunberg. Nella lista dei 39 candidati al consiglio comunale del Pd, che piazza una figurina per ogni presunta minoranza ci sono anche esponenti delle comunità straniere: l'imprenditore filippino residente al Musocco da 36 anni Domingo Borja e la 23enne Christina Pathiraja Mudalige, nata a Milano da madre e padre originari dello Sri Lanka. A guidare la lista sono l'assessore all'Urbanistica Pierfrancesco Maran, che soffia il primo posto alla vicesindaco Anna Scavuzzo, al terzo il presidente del consiglio comunale Lamberto Bertolè, seguono Arianna Censi e l'assessore alla Mobilità Marco Granelli. Si ripresentano i consiglieri uscenti Alice Arienta, Filippo Barberis, Elena Buscemi, Simonetta D'Amico, Diana De Marchi, Roberta Osculati, Bruno Ceccarelli, Alessandro Giungi, Natascia Tosoni, Carmine Pacente, Beatrice Uguccioni, Rosario Pantaleo, Angelica Vasile, Angelo Turco. Arrivano dai Municipi tre under 30, Luca Costamagna, Federico Bottelli e Gaia Romani. Tra le new entry dalla società civile la dottoressa del Niguarda Sonia Ribera e il radiologo del Monzino Enrico Fraschini per la «quota sanità», Valerio Pedroni e Davide Caocci per il terzo settore, la sindacalista Cgil Tiziana Scalco. E hanno già avuto ruoli istituzionali Stefano Bassi, Luigi Costanzo, Federico, Ferri, Daniele Nahum, Silvestro Francesco Rivolta e Giuseppina Rosco. «La lista rappresenta una pluralità di diritti» afferma la segretaria metropolitana del Pd Silvia Roggiani.

E il sindaco ha presentato ieri con l'assessore alla Partecipazione Lorenzo Lipparini, che la guida, l'ottava lista a sostegno, «La Milano Radicale con Sala». «É stato un percorso tortuoso ma ce l'abbiamo fatta, ci tenevo che i radicali avessero il simbolo sulla scheda, sono un marchio storico della politica italiana, anch'io durante una fase della vita ho votato per loro» spiega. Si consuma una mini scissione: +Europa ha ufficializzato due sere fa l'adesione al listone riformista con Italia Viva e Azione anche se secondo Lipparini si sono presi 48 ore per «valutare se proseguire quel percorso» o unirsi all'altra area radicale. Sala «crede» sia l'ottava e ultima lista, anche se lancia un messaggio di possibile ulteriore allargamento, «voglio essere accogliente con quelli che vogliono stare dalla mia parte, ovviamente devono rispettare dei principi fondamentali. Non voglio scimmiottare il governo Draghi ma ci ha insegnato che in questo momento l'unità nazionale è importante».

Fa subito discutere una proposta rilanciata da Lipparini, quella di istituire un «sindaco della notte» per la gestione di movida, offerta culturale e sicurezza da una certa in poi. «Oltre a giunta e consiglio ci possono essere garanti, comitati o anche il sindaco della notte. Ci sto pensando perchè bisogna fare delle cose che siano vere, con reali deleghe e non di immagine, se può avere un senso ne discuteremo».

Il consigliere Fdi Riccardo De Corato contesta: «I radicali fanno intendere che dopo l'imbrunire la città per 5 anni è stata terra di nessuno e chiedono un altra figura». L'eurodeputata leghista Silvia Sardone invita Sala «a usare di più vigili di notte invece di pensare a nuove cariche e poltrone».

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