Il Pd rifiuta la condanna di tutti i regimi totalitari

Lega: i nominati rigettino fascismo e comunismo. Proposta in linea con l'Ue. E la sinistra la boccia

Il Pd rifiuta la condanna di tutti i regimi totalitari

La sinistra non vuole la condanna di tutti i totalitarismi. Ma la Lega stavolta l'ha stanata, con un semplice emendamento presentato giovedì sera in Municipio dal capogruppo Federico Rossi. Un emendamento perfettamente in linea con l'idea di memoria sancita dall'Europa, quella che equipara nazismo e comunismo.

Pd e alleati non possono condannaere nazismo e comunismo, neanche se è stata la tanto adorata Ue a farlo, per prima, con quella risoluzione del 2019, tanto attesa e voluta dagli Stati dell'Est Europa, che lo stalinismo lo hanno conosciuto sulla loro pelle. La sinistra italiana, e milanese, continua irriducibilmente a pensare che l'ideologia comunista sia stata «altro», tesa al bene (almeno nelle intenzioni delle origini) e che non possa essere posta sullo stesso piano.

Questo orientamento della sinistra, questo tabù, era ovviamente conosciuto ma adesso è stato sancito dal voto di giovedì sera. Nel Consiglio di Zona 9 si dovevano discutere i criteri per le nomine dei rappresentati del Municipio in enti od organismi vari, fra cui la Casa della memoria, o la commissione Paesaggio. Il rappresentante designato per la Casa della memoria era già stato scelto: un candidato nella lista di sinistra di Paolo Limonta, ex assessore.

Il capogruppo della Lega Federico Rossi ha avuto un'intuizione, che ribalta la famosa dichiarazione di antifascismo richiesta per gli spazi comunali. Rossi ha pensato di presentare un emendamento che integrasse i «requisiti soggettivi» per la nomina. Oltre a quelli canonici (la competenza, l'onorabilità, l'assenza di gravi motivi di contrasto con gli indirizzi programmatici) il capogruppo leghista ha proposto di inserire una dichiarazione scritta di contrarietà a «ogni forma di manifestazione e diffusione di ideologie totalitarie, in linea con il contenuto della risoluzione del Parlamento europeo».

La maggioranza di centrosinistra ha risposto subito con un parere contrario, fondato sulla circostanza che una simile dichiarazione non esiste neanche per i nominati dal Comune. «Potremmo essere dei precursori» ha obiettato con un tocco di ironia Rossi. Niente da fare: il centrosinistra ha votato no, e lo hanno fatto anche i consiglieri eletti con Lista Sala o «Riformisti» («Italia Viva» e «Azione»). «La maggioranza - racconta Rossi - aveva già comunicato l'indicazione di Jonathan Chiesa (più votato della lista Milano Unita che non ha fatto eletti) quale rappresentante presso la Casa della Memoria. Io per stanarli ho presentato l'emendamento. Loro per bocca dell'assessore Mazzali hanno espresso parere negativo.

Un no formale perché non è tra i requisiti richiesti dal comune». «Hanno detto un no formale all'antitotalitarismo - ha sintetizzato Rossi - parandosi dietro al Regolamento. Ma sappiamo tutti che il problema sarebbe stato firmare una dichiarazione che equipara nazismo e comunismo».

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