All'ultimo «censimento ufficiale» sono 22, 22 centri sociali occupati abusivamente dove si annidano antagonisti di ogni forma e colore. Si va dagli «istituzionali», Leoncavallo e il Cox 18, ai più vivaci e numerosi, Cantiere, Zam e Lambretta, fino ai più bellicosi ritrovi degli anarchici. Vere e proprie polveriere dove si sono nascosti gran parte dei violenti venuti da fuori per le devastazioni del 1° Maggio. «Chiuderli tutti» chiede ora la Lega che ha presentato una mozione a Palazzo Marino. Ben sapendo che il sindaco Giuliano Pisapia, con annesso Pd, si straccia le vesti dopo ogni incidente ma si guarda bene da intervenire energicamente.
E qualche intervento energico più di un centro sociale lo meriterebbe. In prima fila quella che fanno riferimento alla galassia anarco insurrezionalista, cani sciolti con l'ideologia spicciola della conflittualità perenne, sempre pronti ad aggregarsi a ogni protesta, dalla Tav a Expo. Sono presenti soprattutto tra Ticinese e Giambellino, con nomi come «Cuore in Gola», «Circolo dei Malfattori». Ma anche in piazza Piemonte, «Grand hotel occupato», a Villapizzone, «Mandragola», al Corvetto, «Corvaccio». Piccoli nuclei molto combattivi di soggetti «border line», disoccupati, squatter, piccoli delinquenti. Sono sempre pronti allo scontro di piazza e chiusi a qualsiasi tentativo di dialogo con le istituzioni. Il 30 aprile la Digos ha trovato al «Mandragola» e in alcune case occupate al Giambellino antagonisti con mazze, maschere antigas e materiale per confezionare molotov. Mentre il 2 maggio in via Washington, sono stati fermati 14 ragazzi greci ospitati, con ogni probabilità, al «Grand hotel».
Più disposti alla trattativa gli altri, anche se è sempre meglio non contrariarli perché te li trovi a dare l'assalto a Palazzo Marino. I più significativi sono il Cantiere, area disobbedienti, e Zam e Lambretta, area autonomia. Molto presenti nelle scuole, sono in diretta concorrenza e per questo si odiano a morte. Spesso sono arrivati allo scontro fisico per prendere la testa dei cortei ma ultimamente hanno siglato un «armistizio» con il quale viene congelata «lo status quo» e ognuno mantiene il controllo dei propri istituti senza sconfinamenti. Per non pestarsi i piedi, manifestano in momenti diversi mentre nelle «grandi ricorrenze», formano distinti in spezzoni nel corteo. Il 1° maggio hanno mantenuto un atteggiamento «pilatesco». Non hanno dato appoggio agli «ospiti» ma neppure traditi.
Quindi una pletora di «mini centri sociali» di scarsissima consistenza e «monotematici», come il «Laboratorio Popolare» impegnato soprattutto, come dice il nome, a fornire assistenza sanitaria a stranieri, in particolare clandestini. Infine i «padri» di tutte le «okkupazioni»: il Cox 18 e il Leonka, ormai dei tranquilli circoli culturali. A cui è però sempre meglio non pestare la coda.
Tutti mediamente tollerati dalla giunta Pisapia, che in questa base quattro anni fa ha pescato parecchi voti. Ma dopo i disordini di venerdì qualcosa potrebbe cambiare. Il Carroccio ieri ha depositato in Consiglio comunale una mozione urgente che impegni il sindaco e la Giunta a sgomberare, entro la fine di Expo, tutti gli edifici occupati abusivamente.
«Non è più accettabile la presenza di elementi che operano nell'illegalità e che costituiscono l'humus ideale per la fioritura di masnade di violenti e di delinquenti che hanno messo a ferro e a fuoco il cuore della nostra città» spiega il consigliere leghista Massimiliano Bastoni. Finora in circostanze simili la sinistra ha fatto spallucce, ma dopo le devastazioni del 1° maggio qualcosa potrebbe cambiare anche negli animi più teneri e comprensivi.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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