Il lavoro «è fondamentale» e gli enti «possono avere un ruolo determinante nel creare nuova occupazione». Mentre i sindacati sfilavano nel tradizionale corteo del Primo Maggio fino a Palazzo Marino, il sindaco Giuliano Pisapia inviava una nota chiedendo al governo un «allentamento del Patto di stabilità» per consentire ai Comuni di assumere.
Peccato che proprio i suoi lavoratori, nelle stesse ore, inviavano a prefettura e commissione di garanzia la lettera per indire lo sciopero generale dei 16mila dipendenti comunali per il 13 maggio. L'intera giornata lavorativa per il personale di nidi e materne, case vacanza, settore Lavoro e Formazione, l'intero turno per la polizia locale, le ultime 4 ore della giornata per tutti gli altri servizi. Il rischio caos è assicurato: sportelli chiusi o fortemente ridotti, meno ghisa sulle strade, bimbi a casa da scuola.
Un assaggio per i milanesi già il 10 maggio: Cisl, Uil, Csa e Usb - che rappresentano insieme il 60% dei lavoratori - si riuniranno in assemblea al Cinema Odeon dalle 8.30 alle 13. Partecipare è un diritto, anche se l'assenza può comportare la chiusura dei servizi. Lo stato di agitazione è partito il 12 aprile con un tavolo in prefettura e da allora, fa presente il segretario del Csa Aldo Tritto, «non è cambiato nulla, nessun messaggio dal sindaco».
Avanti tutta con la protesta. Sotto accusa «i continui processi di riorganizzazione e l'attribuzione di nuove posizioni organizzative in assenza di contrattazione», l'uso «unilaterale del fondo di produttività, con conseguenze negative in busta per tutti i lavoratori», l'«aumento dei carichi di lavoro, anche con ripercussioni negative per la salute e la sicurezza», la ricadute di queste scelte «sui servizi pubblici, che finiscono per essere più scadenti», la «persistente mancanza di corrette relazioni sindacali».
In un anno «le posizioni organizzative sono passare da 440 a 550: erano necessarie?». E non nasconde che «spesso sono andate a iscritti alla Cgil», e il sindacato rosso non aderisce allo sciopero. O si prepara alla rincorsa? Dopo l'agitazione delle altre sigle ha convocato un'assemblea, sempre all'Odeon, ma il 7 maggio. La giunta in imbarazzo aveva provato a rinviare il Consiglio straordinario sul tema del personale convocato grazie a Pdl e Lega lunedì prossimo, ma ieri è stato confermato. Ogni sigla avrà a disposizione 5 minuti di intervento e due ore i partiti.
Tutti contro Pisapia. Dai comunali agli ambulanti, che ieri hanno proclamato lo stato di agitazione contro «le incongruenze» del nuovo regolamento comunale del commercio. L'Apeca (Confocommercio) parla di «burocratiche sanzioni per gli operatori in regola mentre l'abusivismo prolifera senza controlli».
Minacciano scioperi i lavoratori Amsa, che contestano lo «spazzatino» dell'azienda. Sul piede di guerra i lavoratori di Sea Handling, il servizio terra degli aeroporti che rischia il fallimento per la maxi-multa Ue.
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