Continua l'occupazione della Torre Galfa di Melchiorre Bega. Il palazzo situato all'incrocio di via Fara e via Galvani, a qualche minuto a piedi dalla stazione Centrale di Milano, non lontano neppure dal Pirellone, è ancora affollato da chi ne ha preso illegalmente il possesso, cercando di aprire "nuovi spazi culturali", in barba ai legittimi proprietari.
Gli occupanti della torre, i nuovi inquilini abusivi di Macao, non hanno intenzione di andarsene. Da una parte chiedono agli intellettuali di firmare un appello perché il grattacielo non sia sgomberato, parlando di un rischio reale e imminente. Dall'altra se la ridono. Forti di almeno un paio di segnali da parte del comune di Milano, che parrebbero indicare la volontà delle istituzioni di mantenere un profilo basso nei confronti dei "Lavoratori dell'arte e dello spettacolo" che si sono insediati nel palazzo di proprietà di Ligresti.
Ci aveva già pensato l'assessore Stefano Boeri, in visita alla Torre Galfa poco dopo l'occupazione, a rassicurare sulle sorti dell'edificio, indicando come via alternativa alla mera occupazione la formalizzazione di un rapporto tra istituzione e occupanti. E se è vero che Palazzo Marino nei giorni scorsi aveva espresso la richiesta di liberare la Torre, dimostrandosi indisponibile alla convivenza con l'occupazione, altrettanto vero è che oggi il sindaco Pisapia di fatto se ne lava le mani, sottolineando come la questione di Macao non riguardi direttamente il Comune.
Pisapia su questo è molto chiaro: "La questione è di ordine pubblico". Ma è una questione sulla quale devono "decidere altre istituzioni dello Stato, non il Comune di Milano". Si parla pur sempre dell'occupazione di uno spazio privato. L'impegno del Comune potrebbe esserci se si parlasse invece uno spazio pubblico.
Il sindaco non condanna però del tutto il gesto e sembra anzi dare parzialmente ragione agli occupanti di Macao, quando sostiene che "una proprietà che lascia degradare in tal modo un immobile così importante per Milano non fa gli interessi della città e probabilmente neanche i suoi".Una posizione ambigua, corredata di un invito ai lavoratori dell'arte della Torre Galfa: "Mi piacerebbe partecipassero, e li invito, a un bando pubblico e che vinca il migliore".
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