Il contagio avanza. La situazione non è catastrofica come in passato ma il contagio cresce e il quadro comincia a farsi molto critico. Ieri i decessi sono stati 21. E sono stati poco meno di 3mila i nuovi contagi fatti registrare in tutta la regione: 2.975, con 30.981 tamponi eseguiti in totale. La percentuale dei positivi sul totale è cresciuta ancora leggermente, fino a toccare il 9,6%. E ancora sono cresciuti i ricoveri, sia quelli in terapia intensiva (14 i nuovi, 110 il totale) sia quelli negli altri reparti, che paiono il nuovo, vero problema di questa ondata (+122 ieri, per un totale di 1.065).
Ancora qualche giorno di «normalità», poi scatterà il «Livello 2». Se la progressione del contagio dovesse restare questa, il margine è ridotto: entro una settimana al massimo - ma in realtà pochi giorni - scatterà la seconda fase dell'allerta regionale, con il coinvolgimento delle 17 le strutture previste, compresi i centri delle fiere, quella di Bergamo e quella di Milano. La soglia individuata dal piano di riordino degli ospedali lombardi (messo a punto in Regione e approvato dal governo) è quella dei 151 ricoveri in terapia intensiva. Il piano - in vista di eventuali «recrudescenze» - mette infatti a regime i centri allestiti in tutta la regione, compresi i due ospedali «di riserva» realizzati a Milano e a Bergamo, capoluogo della provincia che nella prima ondata è stata la più colpita d'Italia.
Il piano lombardo prevede che al ricovero 151 scatti la seconda fase dell'allerta regionale, con sblocco di tutte le 17 strutture Covid, tra cui anche le fiere. I ricoveri saranno distribuiti su 17 ospedali e non è detto che si cominci dalla fiera di Milano, ma se servisse è possibile che i ricoveri inizino anche lì. Oggi stesso dovrebbe essere definito il tema del personale da smistare fra i vari centri. Palazzo Lombardia dovrebbe ricevere i piani: una ricognizione dettagliata con proposte per risolvere il problema del personale da destinare ai vari centri.
Il tempo a disposizione è poco. «Aumentano i ricoveri in terapia intensiva e sono in costante crescita anche i casi positivi - ha spiegato Walter Bergamaschi, direttore generale dell'Ats di Milano - La situazione è critica in Lombardia, ma in particolare a Milano e nella Città metropolitana. Occorre l'aiuto di tutti i cittadini per fermare la corsa del virus».
Nel Milanese ieri si sono registrati 1.463 casi, circa la metà dei quali nel capoluogo: circa 727. E fra le altre province si segnala il problema della Brianza, con 353 casi e della provincia di Varese, con 354 casi. Più contenuto anche oggi il contagio nelle province di Bergamo, Lodi e Cremona, martoriate a marzo-aprile.
«Quello che più preoccupa - ha continuato il dirigente dell'Ats - è che nelle prossime ore il numero dei soggetti positivi possa ulteriormente incrementare e mettere sempre più sotto pressione gli ospedali. Cercheremo di rafforzare il rapporto con i medici di famiglia, che hanno un ruolo decisivo nel segnalare casi sospetti e sorvegliare i pazienti fragili. Oggi più che mai il loro ruolo può essere fondamentale, lavorando in rete con le Ats e seguendone le indicazioni».
«Anche i cittadini possono fare la loro parte - ha concluso Bergamaschi - rispettando le regole per il bene proprio e dell'intera collettività. Avere attenzione per se stessi permette di tutelare i propri cari e la collettività».
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