Il primo anno del Sala bis vissuto "pericolosamente"

Oggi la giunta festeggia i dodici mesi dal voto, ma Milano guida la classifica italiana dei reati

Il primo anno del Sala bis vissuto "pericolosamente"

Anniversario amaro. Oggi il sindaco festeggia il primo anno del «Sala bis» e Milano si conferma ancora una volta la città con più reati denunciati tra le 107 province italiane. La classifica è stata pubblicata dal Sole24Ore, con 193.746 denunce nel corso del 2021 il capoluogo guida la classifica dell'Indice della criminalità, una mappa del crimine stilata tenendo conto non delle proteste dei partiti di opposizione o della insicurezza «percepita» dai cittadini ma dalle statistiche molto reale estratte dalla banca dati interforze del Dipartimento di pubblica sicurezza del Ministero dell'Interno. Si tratta di 5.985 denunce ogni centomila abitanti, la somma dei crimini registrati a L'Aquila, Pordenone e Oristano che sono le tre province in fondo alla classifica. A far volare le denunce a Milano sono i furti, in particolare nei negozi e nelle auto in sosta, ma la città è anche settimana per denunce di violenze sessuali, terza per associazioni a delinquere e seconda per rapine in pubblica via. Al secondo posto si piazza Rimini, al terzo Torino, quarta Bologna, quinta Roma, settima Firenze, decima Napoli. Va segnalato che le grandi città registrano comunque un calo rispetto al 2019, per Milano è dell'11%, ma nei primi mesi del 2021 erano ancora in vigore le restrizioni Covid, con bar chiusi, turismo quasi fermo e stop a grandi eventi.

La prima fase del Sala bis si è contraddistinta per le accese polemiche sulla questione (in)sicurezza in città, i casi che hanno fatto più scalpore nel corso del 2022 ancora in questo Indice della criminalità. Sulle violenze di gruppo la notte capodanno in piazza Duomo il sindaco intervenne solo a dieci giorni di distanza, per chiedere «scusa a nome mio e della città» alle vittime del branco. E più avanti in consiglio comunale chiese più forze dell'ordine al ministro Luciana Lamorgese. C'è stata una successione di violenze da parte di baby gang, la movida fuori controllo (domandare al comitato del Lazzaretto che sta per presentare una class action contro il Comune), sono cresciute le aggressioni nei confronti di autisti e controllori Atm, dopo mesi di denunce e richieste di aiuto (tradotto: più divise nei mezzanini e a bordo) i dipendenti sono arrivati ad organizzare uno sciopero lo scorso 16 settembre per alzare l'attenzione. Non figurano nel conto le violenze sessuali denunciate da giovani all'uscita dalla discoteca intorno al parco Sempione ad agosto, in pieno centro.

«È assurdo che una città come Milano primeggi dal 2017 nelle classifiche come città con più reati - afferma l'ex assessore regionale alla Sicurezza Riccardo De Corato, appena eletto deputato di FdI -. Se Albertini verrà ricordato per la Scala e lo skyline di Citylife e la Moratti per Expo, Sala passerà alla storia per aver reso il capoluogo la città più pericolosa d'Italia». Ora auspica che «con ol nuovo governo» di centrodestra venga «venga applicata una politica di contenimento dei reati nelle grandi città, a partire da Milano». Ricorda che fu proprio il governo Berlusconi a introdurre l'operazione «Strade Sicure», con le pattuglie miste di soldati e forze dell'ordine, e «i reati in città calarono del 40%».

Romano La Russa, neo assessore FdI alla Sicurezza al Pirellone, sottolinea che i dati «confermano che quella dei residenti milanesi non è pura e semplice percezione», formula utilizzata spesso dal sindaco per rispondere alla critiche sulla città insicura. «Sala impari a salvaguardare la sicurezza dei cittadini, anziché usarli come capri espiatori accusandoli di eccessivo allarmismo - afferma La Russa -.

È prima per numero di furti con destrezza, per numero di delitti denunciati, per furti in esercizi commerciali e riesce ad aggiudicarsi il secondo posto per numero di furti con strappo e per rapine in esercizi commerciali, con uno scarto minimo da chi la precede. I vigili sono sempre sotto organico e il sindaco ha ripetutamente rifiutato di collocare i militari sulle strade». Sala sottolinea che qui «i cittadini denunciano ma non è una scusante. Dobbiamo lavorarci».

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