Cala il lavoro dipendente (1800 posti in meno), ma aumentano però le collaborazioni nelle imprese (più 5mila posti). La professione più richiesta? È il commesso. In un caso su tre sono richiesti «alti profili», dirigenti, specialisti e tecnici. A Milano più che nel resto d'Italia. Sono questi i risultato di un'elaborazione di dati della Camera di Commercio, sui dati Excelsior - Sistema informativo di UnionCamere e ministero del Lavoro relativi alle previsioni di assunzioni delle imprese di Milano e provincia per il primo trimestre 2013. Risultato: saranno 20.400 i contratti di lavoro attivati dalle imprese in provincia di Milano, nel primo trimestre 2013 a cui si contrappongono circa 15.300 «uscite» (dovute a scadenza di contratti, pensionamento o altri motivi), da cui deriva un «saldo» positivo superiore alle 5mila unità. La maggior parte sono assunzioni di personale dipendente (11mila unità, il 54% del totale), poi circa 3mila contratti in somministrazione (i cosiddetti «interinali»), pari al 15% del totale, circa 3.500 contratti di collaborazione a progetto (il 17%) e altri 2.900 contratti relativi ad altre modalità di lavoro indipendente (il 14%). La componente penalizzata è però quella del lavoro dipendente, per la quale si prevedono, nell'arco del trimestre, 11mila assunzioni e circa 12.800 uscite, vale a dire circa 1.800 posti di lavoro in meno.
Tra le professioni più richieste oltre ai commessi (2.110 assunzioni previste) anche ingegneri e specialisti in discipline scientifiche (1080) e operai metalmeccanici ed elettromeccanici (730), due profili piuttosto difficili da reperire (problemi di reclutamento sono attesi per circa il 40% dei casi). Difficoltà analoghe anche nel reperimento di cuochi e camerieri (710). Per gli specialisti e tecnici amministrativi, finanziari e bancari (640) si registrano ridotte difficoltà di reperimento pur in presenza di un peso significativo riguardante il requisito di una esperienza specifica. Circa il 30% delle assunzioni programmate dalle imprese milanesi nel 1° trimestre 2013 (3.300 unità in termini assoluti) riguarderà profili «high skill», ossia dirigenti, specialisti e tecnici. Questa quota risulta superiore alla media regionale (28%) e supera nettamente quella nazionale (20%).
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