La rabbia dei commercianti: "Tanti tavoli, poche decisioni"

Il presidente di Confesercenti Painini chiede una svolta. "I ristori? Chi perde 400mila euro ne ha visti 10mila"

La rabbia dei commercianti: "Tanti tavoli, poche decisioni"

Il patto per la ripartenza della scuola è in ritardo. Dovrebbe entrare in vigore dal 7 gennaio, ma per ora non sono chiari tanto i dettagli su quali attività nello specifico potranno aprire e quando, né le questioni generali come se effettivamente la scuola sarà aperta o no. A lamentare l'ennesima mancanza di organizzazione e prospettive è Andrea Painini, presidente di Confesercenti Milano: «Noi ci siamo come categoria ci siamo messi a disposizione del Patto come gesto di solidarietà, anche se sembrava un ragionare al contrario: forse era più semplice potenziare il trasporto pubblico invece di far cambiare orari a tutta la città perché così pagano sempre gli stessi». Ma i commercianti hanno aderito comunque, salvo poi trovarsi di nuovo a non sapere cosa succederà né nel breve, né sul lungo periodo. Apriranno, non apriranno, insomma «ancora più di lavoro e liquidità manca la prospettiva» sottolinea Painini.

Perché le imprese non possono programmare il lavoro ogni tre giorni, né tanto meno si può continuare con la politica dei ristori che non hanno effetti reali: «Noi abbiamo fatto una proiezione con un associato: su circa 400mila euro di fatturato perso, i ristori ammontano a 10mila euro» precisa Painini. Adesso la capitale economica italiana non sa se riaprirà né come né quando. Il documento varato da Prefettura e Comune di Milano infatti non è ancora stato chiarito nei dettagli, ma è solo l'ennesimo esempio di un problema più ampio. In questo periodo afferma il presidente dei commercianti milanesi ci sono tanti tavoli e poche decisioni e quando vengono prese spesso sono in ritardo o contraddittorie con i vari livelli amministrativi, basta vedere le differenti interpretazioni delle Prefetture sulle indicazioni governative».

L'incapacità di fornire direttive chiare implica problemi serissimi per l'economia italiana perché se le regole continuano a cambiare, nessuno sa come comportarsi. Nel frattempo sono in arrivo una cinquantina di milioni di cartelle esattoriali, «un fatto che aggiunge ansia» alla categoria rimarca Painini. Perché in tanti sono già alle prese con i fatturati mancati e i debiti in aumento e non è detto che l'inverno sia il periodo peggiore: «Non ci sono politici in grado di pensare una strategia di ampio respiro contesta il presidente dei commercianti milanesi quando si tornerà alla normalità sarà un bagno di sangue perché chi non ha fieno in cascina o la proprietà dei muri rischia di ingrossare le fila dei nuovi poveri, ma se non ci sono indicazioni chiare per i prossimi giorni sembra difficile che qualcuno riesca a proporre una visione sul medio-lungo periodo».

Ma la politica sembra completamente bloccata da altri pensieri, mentre il presente fugge tuttavia e del domani non c'è certezza: «Sento ragionare sul nulla spiega Painini perché i soldi di NextgenerationEU ancora non ci sono». Il dibattito pubblico verte molto su come impegnare i 209 miliardi promessi dall'Europa, ma non sono soldi reali già in cassa. E i problemi degli esercenti sono oggi, domani e nelle prossime settimane.

Un altro esempio sono i saldi. In teoria partiranno il 7, ma ancora non se ne è certi perché si attendono indicazioni. «Ma così si rischia l'ennesimo flop».

Le continue attese, le liti tra livelli amministrativi e l'incertezza generale contribuiscono solo a far emergere una convinzione nei commercianti: «Il federalismo all'italiana non ha funzionato - sentenzia Painini se questi anni erano le prove generali, penso si possa dire che è stato un fallimento totale».

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