Rassegna Bicycle film festival

Bicycle Film festival. Tutta mia la città che pedala Il postino in bicicletta uscirà stasera dalla sala del Cinema Mexico di Milano. In bicicletta, ovvio. Si chiama Roberto Peia. E' vero. Non è un attore. E' un postino in carne ed ossa. Anzi, carne e «garùni», del tipo allenati. Perché lui vive in bicicletta. 12 ore circa per giorno. Ed è pieno di idee in movimento. E' un messenger moderno: Urban Bike Messenger per la precisione. E acculturato. Ex giornalista. Poi blogger. Per noi tutti, insomma, il postino in bicicletta. Uno che si è ispirato e ha messo poi tutto in pratica. E va da sé che tutto o quasi potrebbe essere partito da lì: dalla sala proiezione del Bicycle Film Festival di cui roberto Peia è in parte l'anima, con il suo organizzatore «milanese» Giovanni Morozzo. Un Bicycle Festival che fa tappa a Milano e questo accade ormai da ben 7 edizioni (ma sono 12 in giro per il mondo).
Un'idea che nasce da Lucas Brunel, filmaker di New York. E proprio nella City sono nati, guarda caso, quegli urban messengers che hanno fulminato Peia. Da lì il festival. La cultura. Il cinema della bicicletta. Da venerdì a domenica, ci sarà un po' di tutto sia al Cinema Mexico di via Savona 57 che alla ex Ansaldo di via Bergognone 36.
Come ti racconta Peia. E sei già in bicicletta: «Al di là della moda dello scatto fisso, del vintage, del classico (la bici da corsa!) o del retrò (la bici da “eroica”), questo è un evento di cui andare fieri, per la nostra città – ti dice l'ideatore di UBM, anche autore di “Tutta mia la città”( Ediciclo) – che propone un ciclismo forse un po' di nicchia, ma che adesso si sta facendo largo e va oltre. Accontenterà anche un pubblico più sportivo: dalla pista al ciclocross al Tour alla Vuelta. Sono rappresentate insomma tutte le anime del ciclismo». Dallo scatto fisso alla bmx alla graziella: basta presentarsi al via in bici. Come spiega Peia che a suo modo è «bikefilmaker» di questo Festival: «sono partiti un po' qui i miei sogni di giornalista di cronaca milanese. Oggi la città la racconto pedalando e vado fiero dei miei “messengers” in bici. Siamo eco e creiamo energia pulita: Sfidiamo l'inquinamento e il traffico assurdo, ma tutto può cambiare. Migliorare».

La tre giorni: sono cinquanta fra corti film doc, poi c'è la parte dedicata agli eventi collaterali con le «classiche» sfide urban bike. «Sono cult ma insegnano anche a districarsi nella propria città, conoscerla. Non vince solo chi è più forte, più veloce ma anche chi conosce le strade».

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