Record di turisti ma la città è "chiusa"

Superate le presenze del 2019, ma troppi negozi e bar hanno le serrande abbassate

Record di turisti ma la città è "chiusa"

Gelaterie prese d'assalto, bus panoramici affollati ragazzi con zaini in spalla e scarpe da trekking, ma anche stranieri pieni di sacchetti delle principali griffe. Il caldo torrido di agosto non ha fermato i visitatori da tutto il mondo. Erano due anni che non si vedeva, sopratutto tra luglio e agosto, una città così gremita di turisti, in particolare stranieri, tanto che il numero delle presenze ha superato il 2019, l'anno dei record.

Le presenze stanno registrando da mesi un costante aumento: se ad aprile hanno eguagliato i livelli del 2019 con 587.717 turisti, a maggio sono saliti a 626.742, a giugno a 628.759 fino ai 696.338 di luglio, il 7 per cento in più rispetto al 2019. Buoni i riscontri anche per la Città metropolitana e la Provincia di Monza e Brianza: a luglio sono stati 910.881 gli arrivi, a sfiorare i 957.241 del 2019. Americani ed europei soprattutto, grandi assenti i russi e i cinesi per le restrizioni dell'ultima ondata Covid.

Così sono oltre mezzo milione i viaggiatori che fra oggi e domani passeranno dagli aeroporti milanesi: previsti a Linate 114.450 passeggeri e a Malpensa 405.550. Un traffico che conferma il trend di ripresa, arrivato al 90 per cento di quello del periodo pre pandemia. Sicilia, Sardegna, Sud Italia in generale ma anche Spagna le mete più battute insieme al Nord America. Presa d'assalto da venerdì e per tutto il week end anche le stazioni.

Peccato che una volta approdati in città, centro compreso, ci si trovi nel deserto. Negozi chiusi, serrande abbassate anche per bar e ristoranti, sgargianti cartelli che augurano buone vacanze ai propri clienti, aperte solo le grandi catene. Sembra di essere tornati agli anni Novanta quando Milano si svuotava per l'esodo e si paralizzava per quasi un mese. Un fenomeno non degno della città che aspira a collocarsi tra le grandi metropoli internazionali e certo non un gran biglietto da visita per chi arriva dall'estero carico di aspettative. «Cosa ci aspettiamo da una città che neanche in pieno ottobre riesce a garantire i servizi e le funzioni essenziali della città a 15 minuti? attacca Marco Bestetti, consigliere comunale di Fi -. È necessaria un'ampia pianificazione della città e dei suoi servizi: così come animare il centro con iniziative per i giovani per sconfiggere la desertificazione serale, è opportuno anche pensare alle periferie e agevolare, magari con una politica di incentivi concertata con le associazioni di categoria, il piccolo commercio dei quartieri meno centrali». Duplice il livello di ragionamento: da una parte serve una pianificazione a lungo termine per concordare con le categorie le chiusure estive, in epoca di liberalizzazione da incentivare con una politica di detassazione. Dall'altro il Comune dovrebbe sostenere il commercio di quartiere, presidio sociale e di sicurezza fondamentale sopratutto in periferia, strozzato dall'aumento delle spese.

Per Deborah Giovanati, consigliere comunale della Lega «bisogna iniziare a lavorare seriamente con le associazioni di categoria perché qual è una delle ragioni per cui molti nella zona centrale

chiudono? Che per tenere aperti per i soli turisti in estate i costi, dall'elettricità a quello del personale, sono troppo elevati. Come Comune si potrebbe prevedere una serie di incentivi con agevolazioni sulle tasse comunali».

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