Rinasce Finarte: l'Italia all'incanto Prima asta in autunno

Rinasce Finarte: l'Italia all'incanto Prima asta in autunno

Ritorna Finarte, la storica case d'aste milanese. La nuova iniziativa imprenditoriale, partita in questi giorni, ha come obiettivo principale quello di restituire al noto marchio professionalità e affidabilità, riportando il brand a una posizione di leadership nel mercato dell'arte italiana.

La sede si trova nel cuore della città, in via Brera 8, mentre viene conservato l'antico nome della società, fondata nel 1959 tra mille ambizioni e altrettanti progetti. Rinasce ora per volontà di sei investitori provenienti per lo più da altri settori, quali management finanziario, electronic commerce, corporate finance e consulenza aziendale ai massimi livelli. Sono nell'ordine: Diego Piacentini, senior Vip International di Amazon, Rolando Polli, ex chairman McKinsey & Co, Giancarlo Meschi, ex amministratore Apple Italia, Attilio Meoli, con un passato in Finarte all'epoca della gestione Porro, Marco Faieta, già responsabile di grande commesse per il Gruppo Finsider e Simona Valsecchi, fiscalista con incarichi per diversi fondi.

A loro viene affiancato un team di manager e curatori formatisi nel mondo della cultura. L'attività sarà suddivisa in quattro dipartimenti, ciascuno dei quali guidato da un esperto del settore così da abbracciare un vasto orizzonte temporale. Si inizia da «Arte moderna e contemporanea» con opere in catalogo dal Novecento ai giorni odierni, poi «Dipinti antichi» dedicato ai maestri dal XIII al XVIII secolo e una sezione rivolta al solo Ottocento, senza tralasciare la «Fotografia», comparto in crescita ed espansione commerciale.

Per la prima asta bisogna attendere l'autunno, in seguito a partire dal 2016 l'intenzione è avere in calendario almeno due appuntamenti ogni anno. Il prossimo ottobre saranno presentati oltre 250 oggetti per dare una panoramica generale dell'offerta della maison, con l'ambizione di sottrarre alle piazze di Londra e New York il primato nella vendita d'importanti opere italiane. Due rimangono i principi cardine della casa milanese. Uno dei focus su cui si concentrerà Finarte è offerto dalle piattaforme online di art trade, nella speranza di ampliare a livello internazionale l'orizzonte delle transazioni e raggiungere velocemente i player mondiali del mercato. Il web verrà utilizzato anche per far conoscere le giovani promesse del futuro, pittori, scultori o fotografi difficilmente proponibili in modo diretto al pubblico. D'altra parte sarà garantito grande spazio a tutte le epoche storiche degne di rilevanza, considerando che le aste punteranno ad «allargarsi» rispetto alle proposte dei pochi soliti nomi protagonisti nell'ultimo periodo.

Ci sono almeno sette secoli da valorizzare e il gruppo Finarte ha deciso di distinguersi dalla concorrenza inserendosi in quel vuoto temporale che si è creato, per divenire il punto di riferimento di tanti collezionisti.

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