Il ritorno di Venuti: «Qui a Milano non è mai come ieri»

Il cantautore catanese sul palco di via Borsieri con tanti ospiti: «Ho preparato una grande festa»

«A Milano sono molto affezionato. Ho tanti amici e pure un appartamento lì. Inoltre, dettaglio non da poco, il mio nuovo disco, “Il tramonto dell'Occidente”, è figlio delle tante “sedute” milanesi con Giovanni Bianconi dei Baustelle e Kaballà, mio fraterno collaboratore. Entrambi hanno partecipato alla scrittura e alle musiche dell'album e tutte due vivono all'ombra della Madonnina».

Quella di domani (dalle 21, ingresso 25 euro) sarà una serata speciale per Mario Venuti, di scena per la sesta volta in carriera al Blue Note: «Ho in serbo per il pubblico del Blue Note una gran festa. Una sorta di bis del concerto speciale andato in scena a Catania il 18 dicembre. Una festa live nel corso della quale celebrerò i miei primi 20 anni di carriera solista (in realtà, Venuti è in circolazione dagli anni Ottanta, quando alla testa dei Denovo partecipò alla in prima linea all'epopea della new wave in salsa tricolore..., ndr) e, ovviamente, presenterò la mia ultima fatica», racconta il cantautore catanese.

Per l'occasione, ha convocato sul palco del club di via Borsieri diversi amici milanesi: «Sarò uno show ricco di sorprese. Tuttavia, posso assicurare saranno Bianconi e Kaballà, per forza di cose. Ma anche Mauro Ermanno Giovanardi - il mitico Joe dei La Crus è più siciliano di quanto io sia milanese... -, e Giusy Ferreri, una conoscenza più recente, che ha lasciato un segno nell'ultimo disco».

L'album “Il tramonto dell'Occidente”, molto ambizioso nel suo tentare di raccontare l'Italia di oggi senza filtri, ha incassato molte lodi dalla critica musicale: «Non saprei dire se ambizioso sia l'aggettivo corretto. Diciamo che è in decisa controtendenza rispetto a tante, troppe produzioni discografiche che oggigiorno volano a dire poco basso. Sì, è vero, si tratta di un disco dai contenuti importanti, ma è innegabile che sia al tempo steso un disco pop molto godibile», argomenta Venuti, a suo tempo mentore della “cantantessa” Carmen Consoli e ora, per sua stessa ammissione, vicino «per affinità» alla canzone d'autore.

«Per questo disco mi sono ispirato a Franco Battiato - continua il 51enne cantautore nato a Sioracusa -. Lui è stato un autentico maestro nel mescolare pensieri alti e musica più frivola. Ecco, questa volta, facendo ricorso ad una scrittura che ha attinto a piene mali del linguaggio postmoderno caro a Battiato, ho cercato di riprodurre lo stesso effetto spiazzante delle sue migliori produzioni pop».

Accompagnato dalla sua nuova band - Pierpaolo Latina (tastiere), Filippo “Fifuz” Alessi (percussioni), Antonio Moscato (basso), Donato Emma (batteria) e Luca Galeano (chitarra) -, Venuti si è rituffato per il suo nuovo tour nel calore dei piccoli club, quasi a

replicare il percorso solista cominciato nel 1994 con l'album «Un po' di febbre» e la canzone «Fortuna», brano inserito di diritto nei bis assieme alle sue hit storiche, «Mai come ieri» (con Carmen Consoli) e «Veramente».

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