Rock d'Islanda stasera sulla parabolica in pedana a Monza gli attesi Sigur Ròs

Con un gruppo già diventato cult entra oggi nel vivo il festival I-days

Luca Testoni

«Niente è impossibile». Un motto che calza a pennello all'Islanda. Da un mini-Stato come questo (in una terra grande quanto un terzo dell'Italia, i fieri e intraprendenti islandesi superano a fatica quota 330mila, per intenderci, un quarto di Milano) non ti aspetteresti grandi cose. Invece. Tralasciando i recenti successi calcistici agli Europei di calcio dove è approdata ai quarti di finale dopo aver eliminato l'Inghilterra, focalizziamo l'attenzione alla musica. Due tra le star che vanno per la maggiore a livello internazionale battono bandiera islandese. I nomi? L'irrequieta e imprevedibile reginetta del pop-elettronico d'avanguardia e di sperimentazione Björk e i Sigur Rós, realtà ormai acclarata della scena post-rock contemporanea, formazione di punta (prima era un quartetto, ora ridotto a trio) della «tre giorni» di musica rock e dintorni «I-Days - Brianza Rock Festival» al via da ieri nell'Autodromo di Monza in prossimità della mitica curva parabolica.

La vera forza dei Sigur Rós, di scena stasera, sta nel dispensare a piene mani emozioni «a caldo» e atmosfere eteree e fuori dal mondo, facendo coesistere, con grande sensibilità mista a perizia artigianale, solennità sinfoniche, grandeur rock, falsetti celestiali (la specialità del cantante-chitarrista Jónsi), distorsioni chitarristiche, melodie evocative al pianoforte e momenti più mistici, sospesi tra elettronica e ambiente. Il loro sound passa dalla quiete al caos, in un sapiente gioco dinamico che evoca il pieno e il vuoto, la totalità e il silenzio. Un gioco che punta all'essenza della musica (e in questo aiutano gli arrangiamenti spesso prodighi di archi, fiati e tastierine varie), senza interferenze di significato. Con buona pace del testo, sia esso cantato in islandese, in una lingua da loro inventata.

Complessivamente, sui quattro palchi della kermesse in terra brianzola sono attesi una ventina di artisti, tutti più o meno provenienti dalla scena alternative. I nomi che contano sono quelli di Paul Kalkbrenner, dj berlinese (nipote del pittore e grafico Fritz Eisel, tra gli artisti di punta ai tempi della Germania comunista), divo della scena elettronica mondiale, e dei pop-rockers Bloc Party, britannici come i cantautori emergenti Jasmione Thompson e Jake Bugg esibitisi ieri. Stasera, oltre ai Sigur Rós, orecchio teso ai gallesi Stereophonics ed a Låpsley, cantante intenzionata a calcare le orme di Adele.

Infine, domani, spazio al rock muscoloso (e torso nudo) degli scozzesi Biffy Clyro e al Brit-pop dei redivivi Suede. Concerti a parte, ci sarà anche un omaggio a David Bowie. Tra le altre cose, è in programma un flash mob, guidato da Andy dei Bluvertigo.

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