Sala al fianco dei centri sociali: "Non sono il male assoluto"

Il sindaco di Milano difende a spada tratta i centri sociali dagli sgomberi, come nel caso del Torchiera e del Lambretta: "Fanno aggregazione"

Sala al fianco dei centri sociali: "Non sono il male assoluto"

Dopo aver difeso a spada tratta il Leoncavallo nella campagna elettorale del 2016 che lo vide giocarsi la corsa a Palazzo Marino con Stefano Parisi, adesso Beppe Sala si schiera al fianco di altri due centri sociali meneghini, come il Torchiera e il Lambretta.

Ai microfoni di Radio Popolare, infatti, il primo cittadino ha parlato del tema spinoso dei tanti (troppi) spazi occupati nella città che amministra: "È un tema difficile, ma fare di tutta l’erba un fascio è cosa sbagliata e io non mi farò condizionare dalla destra che dipinge i centri sociali come il male assoluto".

Sia il Torchiera sia il Lambretta sono a rischio sgombero. Il primo sorge alla periferia nord-oves di Milano, a una manciata di passi dal Cimitero Maggiore: si tratta di una cascina occupata da vent'anni. Il secondo, invece, è a un tiro di schioppo dalla fermata Sondrio della metropolitana gialla, in via Edolo, in zona stazione Centrale (in precedenza era in via val Bogna, fino allo sgombero del luglio 2018).

Nella chiacchierata radiofonica, l’inquilino di Palazzo Marino ha continuato a difenderli dicendo che "ci sono centri che durante questa emergenza si sono tirati su le maniche e hanno aiutato, portando alimenti a chi era in difficoltà, rimboccandosi le maniche". E non è finita qui, perché addentrandosi nella questione dei centri sociali abusivi, Sala ha aggiunto: "Al di là del fatto che si parla di situazioni illegittime perché sono stati occupati degli spazi pubblici, ma dall'altro canto, per essere onesto, io devo dire che quasi sempre i centri e gli spazi occupati ci hanno chiesto negli anni di trovare delle soluzioni per metterli nelle condizioni di legalizzare la loro situazione".

Quindi, ancora parole tenere verso le realtà dei centri sociali: "Non è facile per noi trovare una soluzione, ma posso solo garantire tutte le formule per cercare di evitare altri problemi e di riconoscere che alla fine parliamo di spazi sociali che forniscono una produzione culturale alternativa, un'aggregazione a basso costo, svolgono una funzione molto contemporanea". Ecco, è esattamente qui che è arrivata la polemica contro la Lega: "I leghisti potranno ironizzare sulle mie parole ma questa è la realtà: se uno ha gli occhi la vede...".

L’uscita del sindaco a difesa dei centri sociali non poteva certo passare inosservata: difficile, se non impossibile, sarebbe stato il contrario. E infatti a stretto giro è arrivato l’affondo di Silvia Sardone, europarlamentare e consigliere comunale del Carroccio: "Le parole del sindaco Sala sono indegne per chi ricopre una carica così importante: parlare dei centri sociali come luoghi di cultura e aggregazione, facendo finta che quegli spazi non sono stati occupati abusivamente compiendo reati previsti dal codice penale, è una vergogna che Milano non si merita".

Infine, l’esponente del Carroccio ha promesso battaglia: "Se Sala, il sindaco dell’illegalità, e la sua maggioranza proveranno a mettere in atto una qualsiasi sanatoria, noi faremo le barricate sia in aula consigliare (se ci faranno tornare…) sia nelle piazze".

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