La discussione su via Almirante è aperta. Beppe Sala dice no ma Fratelli d'Italia insiste con la sua proposta: intitolare una strada di Milano al leader del Movimento sociale italiano.
L'idea, lanciata dalla neo responsabile milanese di Fdi, Viviana Beccalossi, ha suscitato reazioni contrastanti, com'era prevedibile. Il sindaco ha mostrato di avere pochi dubbi: «Personalmente non sono molto d'accordo - ha detto Sala - per due motivi: il primo è perché non c'è stato un grande legame tra Almirante e la nostra città; il secondo è che Almirante è stato un politico anche capace, però la sua storia e il suo ruolo politico nella Repubblica di Salò c'è stato. E non so se l'oblio sia già ammissibile». Niente oblio, dunque. Il sindaco di centrosinistra ritiene che non si possa dimenticare la vicenda della Repubblica sociale che segnò il drammatico crepuscolo del fascismo. Una vicenda che il futuro segretario missino, non ancora trentenne, visse in una posizione di responsabilità (fu capo di gabinetto del ministro della Cultura popolare).
Beccalossi, assessore regionale, si dice «dispiaciuta e amareggiata». «Non c'è un legame storico? Dovremmo eliminare metà delle vie di Milano. La vera ragione è stata che Almirante era un ragazzo delle Rsi. Ma io speravo che Sala fosse meno fazioso. La storia deve giudicare, non noi. Vogliamo ancora dividere fra buoni e cattivi? Vogliamo parlare di certi partigiani? La verità è che dopo il fascismo c'è stata una corsa sul carro dei vincitori. I ragazzi della Rsi hanno creduto in qualcosa. Questo avevano in comune i veri partigiani, che rispetto, e i ragazzi che partirono volontari con la Rsi, magari a piedi e di nascosto dei genitori: avevano il sogno di cambiare o difendere l'Italia. Mi piacerebbe che si rispettassero gli uni e gli altri. E pensavo che Sala ci potesse arrivare». La sinistra fa muro. Il consigliere Paolo Limonta, vicino a Giuliano Pisapia, la proposta la vede così: «A mio parere, non deve essere neppure lontanamente presa in considerazione». E citando lo storico dirigente pci Giancarlo Pajetta taglia corto: «Noi con i fascisti abbiamo smesso di confrontarci il 25 aprile 1945». Gli ex msi ricordano che fu proprio Pajetta ad accogliere Almirante a Botteghe Oscure in occasione dei funerali di Enrico Berlinguer. Fdi comunque non si arrende: «Chiederò a Lega e Fdi, o a chi vorrà farlo, di presentare la proposta in Comune. Sicuramente lo faranno i nostri consiglieri municipali».
Un'iniziativa analoga, intanto, parte anche a Sesto San Giovanni, la Stalingrado d'Italia per la sua storia «rossa»: «Renderebbe onore a un politico serio, con la schiena diritta e moralmente inattaccabile» dice Michele Russo, responsabile locale di Fratelli d'Italia. Il partito sostiene le proposte. Il presidente Giorgia Meloni lo ha chiarito ieri: «Condivido e sostengo la richiesta di intitolare ad Almirante una strada a Milano». «Sarebbe anche un modo per avviare finalmente un percorso di pacificazione nazionale - sostiene Meloni - e per costruire in Italia una vera memoria condivisa». In campo anche l'ex ministro Ignazio La Russa, leader storico della destra milanese: «Il fatto che il sindaco, pur dichiarandosi personalmente non molto convinto, dica che, insieme al Consiglio comunale prenderà in esame la richiesta di intitolare una via ad Almirante è già qualcosa di positivo».
«Sarebbe oltretutto strano - aggiunge - che la Milano che dedica vie e piazze a Palmiro Togliatti e a Stalingrado e che rende giustamente onore al coerente Enrico Berlinguer e all'ex volontario della Repubblica di Salò Dario Fo, usasse invece per Almirante due pesi e due misure».
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