M4, finalmente ci siamo. Da novembre si viaggia da Linate a Dateo. Piazze tattiche e piste per "tagliare" le auto.

Sala presenta con gli assessori i piani per il mandato: "Leggo che dovrei fare ora il candidato in Regione, ora il segretario Pd ma voglio occuparmi della città"

M4, finalmente ci siamo. Da novembre si viaggia da Linate a Dateo. Piazze tattiche e piste per "tagliare" le auto.

La giunta Sala proietta per due ore slide e numeri (già ampiamente noti) ma la notizia più nuova arriva giù dal palco del teatro Lirico, dove ieri il sindaco ha presentato con i dodici assessori i progetti di fine mandato con l'evento «Milano cresce, Milano aiuta». La prima tratta della linea della metropolitana M4 dall'aeroporto di Linate a fermata Dateo, con fermate intermedie a Repetti, Stazione Forlanini Fs, Argonne e Susa, «aprirà tra qualche settimana, perchè prima dovrà esserci la fase di esercizio necessaria. Intanto sono arrivati gli ultimi permessi da parte del ministero - spiega Beppe Sala -. Abbiamo avuto finalmente l'ok dell'istituto che governa i permessi per la messa in funzionamento dell'infrastruttura. Da martedì sarò a Buenos Aires per il C40, al ritorno decideremo quando partire e poi, soprattutto, quando apriremo fino a San Babila, le opere mi sembrano ormai in stato avanzato». La vera svolta per milanesi, turisti e per chi viaggia per affari in giornata scatterà ovviamente quando si potrà raggiungere Linate dal centro città in dodici minuti in base all'ultimo cronoprogramma la seconda tratta doveva aprire in primavera. Considerando che solo la prima fermata aeroporto-Forlanini Fs doveva essere pronta addirittura per Expo 2015, sette anni dopo vedere finalmente la linea «blu» sui binari fino a Dateo sembrerà già un miracolo. Tempo fa Sala aveva ipotizzato l'aperura entro fine ottobre ma è più probabile che slitti almeno al 10 di novembre perchè le autorizzazioni sono arrivate a fine settembre e ci vogliono 40 giorni di pre-esercizio. Ci siamo.

Sala ha presentato alla città gli obiettivi del secondo mandato, a un anno dalla rielezione. «Chi è stato eletto non ha un assegno in bianco dalla città, deve rendere conto - ha premesso sul palco -. Vogliamo dire con concretezza quello che realisticamente vogliamo e possiamo fare». Dietro di lui sono seduti gli assessori, «una squadra che ho scelto personalmente e di cui sono fiero, non avrei mai accettato condizionamenti». Prova a smentire anche le voci che lo danno continuamente con un piede fuori da Palazzo Marino. «A gennaio saranno 14 anni che lavoro per la città, prima come city manager in Comune» con l'ex sindaco di centrodestra Letizia Moratti, «poi in Expo e due volte sindaco, quando finirò saranno 18 anni. Mi diverto a leggere che ora vorrei fare il segretario Pd, ora il ministro o il candidato governatore. Io voglio fare il bene per Milano». Che sia una garanzia che non lascerà la poltrona fino al 2027, ce ne passa.

Prendono la parola uno dopo l'altro gli esponenti della giunta. L'assessore alla Rigenerazione Urbana Giancarlo Tancredi ricorda il «record di 150 progetti sopra i 5mila metri quadri all'esame del Comune per 13 miliardi di investimenti nonostante i tempi di crisi», e le opere dei privati si traducono in oneri di urbanizzazione, «entro fine anno incasseremo la cifra record di 200 milioni». Gli affitti in Galleria, ha anticipato l'assessore al Bilancio Emmanuel Conte, saliranno invece a 60 milioni entro fine anno (erano 8 nel 2007). La giunta passa in rassegna progetti che cambieranno volto alle periferie come la Beic, la Magnifica Fabbrica della Scala ae Rubattino, la rigenerazione dell'ex Macello. L'assessore alla Cultura Tommaso Sacchi cita tra i nuovi luoghi culturali il Secondo Arengario (il raddoppio del Museo del '900) entro il 2026, ma ci sono anche il Politecnico delle Arti, il Museo della Resistenza, il Museo delle arti visive in piazza Oberdan. Martina Riva (Sport) accanto ai progetti del 2026 (Villaggio olimpico, Arena santa Giulia, ex Palasharp) che diventeranno «il giorno dopo i Giochi uno studentato e due palazzetti per concerti» ricordi il restyling con fondi (e gestione) dei privati dei centri balneari Lido, Scarioni e Saini. Elena Grandi (Ambiente) punta su 20 nuovi parchi entro il 2030 e l'obiettivo fisso di «ridurre il numero di auto». Condiviso con l'assessore alla Mobilità Arianna Censi, che invoca un «cambio di mentalità». É stata travolta dalle polemiche sui nuovi divieti in Area B e C ma ribadisce che «erano noti dal 2018 e bisognava partire con rigore». Anche Sala insiste: «L'immobilismo non si addice a Milano». I poliziotti da lunedì appenderanno sui muri necrologi sui muri contro Area B. «Anche le educatrici degli asili lavorano per il pubblico e avrebbero lo stesso diritto di chiedere deroghe» sostiene. Pure gli agenti andranno in bici? Arriveranno 70 km di nuove piste entro due anni. Pierfrancesco Maran (Casa) cita le 40 piazze tattiche già realizzate e un bando al via tra poche settimana per realizzarne di nuove (e bloccare la auto) davanti alle scuole. Tra i piani: 105 milioni per il recupero di alloggi popolari sfitti e 8mila nuove case in social housing in 5 anni. Anna Scavuzzo (Scuola) ricorda i 24 cantieri per nuove scuole, Alessia Cappello (Commercio) la progressiva riqualificazione dei 21 mercati coperti e un progetto di rilancio di quelli scoperti. Gaia Romani (Servizi civici) assicura che quest'anno sono scesi da 60 a 30 giorni i tempi di attesa per la carta di identità.

Lamberto Bertolè ricorda la creazione di un «Rainbow center» contro le discriminazioni Lgbt entro l'anno e il progetto di 200 microalloggi per clochard. Marco Granelli (Sicurezza) è preoccupato per l'aumento di denunce e arresti di giovani tra i 14 a 25 anni, «dobbiamo lavorare sulla prevenzione e integrazione».

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