«Combatteremo fino alla fine, non credo affatto che il risultato delle elezioni a Milano come nelle altre città sia scritto, i tanti cittadini che sto incontrando non sono soddisfatti di Beppe Sala come leggo su certi giornali e non bisogna dare retta ai sondaggi». Giorgia Meloni ha avuto il coraggio di prenotare piazza Duomo il sabato pomeriggio per chiudere la campagna milanese di Fdi ed è premiata (intanto) dal tempo e dalla folla che riempie tutti i posti a sedere disponibili e intorno alle transenne, qualche migliaio di persone. É un fiume in piena. E non si ferma nemmeno quando verso la fine i no vax che protestano come ogni sabato in piazza Fontana «sfondano» il cordone e cercano di raggiungere il fondo della piazza. Arrivano a tutta velocità dietro al palco furgoni della polizia e dei Cc a sirene spiegate per dare rinforzo («state con me» la preghiera della Meloni a tenere la concentrazione del pubblico sul comizio). «Me l'avessero detto anni fa che avremmo riempito piazza Duomo avrei fatto fatica a crederci - premette la leader Fdi -. Questa piazza va oltre qualsiasi sondaggio commissionato dalla sinistra e «dice che la sfida è aperta. Quante ne ho viste di campagne in cui la gente si faceva convincere da commentatori tv di sinistra e sondaggi», cita gli errori fatti circolare sul suo conto 5 anni fa quand'era candidata sindaco a Roma, «la gente mi diceva non ti voto perchè tanto dicono che non arrivi al ballottaggio. E mi mancò un punto». Le ultime rivelazioni davano Sala vicino alla vittoria al primo turno. Ma la leader Fdi insiste: «I sondaggi servono a indirizzare il voto» e domanda ovviamente in tono provocatorio se «Sala ha lavorato così bene come dicono. Gode di ottima stampa ma i problemi della gente sono un'altra cosa, andiamolo a chiedere ai commercianti in crisi se Sala ha governato bene». Chiama in causa «chi vive nei salotti» e «scatena deliri ideologici su chi non si può difendere. Fanno le tavolate multietniche ma i centri di accoglienza non li vogliono sotto casa loro, in periferia dove tanto le case valgono già meno». Vuole «una Milano che faccia rispettare le regole, ma la sinistra non ce l'ha nelle corde. Il sindaco fa campagna a braccetto con Carola Rackete», la comandante della nave Sea Watch sarà sul palco con Sala ad un evento organizzato dai Verdi Europei giovedì prossimo. «Rackete in combutta con gli scafisti caricò migranti e speronò la motovedetta della Guardia costiera per entrare in porto. Quale messaggio vuole dare Sala - domanda un'altra volta in maniera retorica -, che le leggi non si rispettano e le forze dell'ordine si possono aggredire?». Applausi dalla platea e dal retro del palco dove sono riuniti i «colonnelli» del partito, Ignazio La Russa, Carlo Fidanza, Stefano Maullu, Daniela Santanchè, Riccardo De Corato. Arriva a chiamare sul palco Luca Bernardo, che ha parlato sul palco prima di lei. «Volevamo nomi civici nelle città e il battage che i nostri avversari stanno facendo contro queste persone è enorme, vuol dire che hanno paura - afferma -. Hanno detto che Bernardo è pericoloso, inadeguato, una specie di macchietta. Qualcosa non torna. É uno dei pediatri più stimati d'Italia, le mamme avrebbero messo i propri figli nelle mani di una macchietta pericolosa? Non è un politico che pontifica dai palazzi ma un medico abituato ad ascoltare e a trovare soluzioni con le persone perchè non è altezzoso». Abbraccio e selfie a cui si unisce il capolista Vittorio Feltri con un mazzo di fiori per la Meloni. Dietro le quinte il giornalista scherza con Bernardo, giorni fa aveva fatto un'uscita poco generosa nei suoi confronti ma è pace fatta e anche loro si fanno un selfie in amicizia. Nel suo discorso Bernardo ricorda che «Sala si era detto ossessionato dalle periferie ma deve aver avuto un'amnesia». Il sindaco lo ha criticato perchè batte sempre il chiodo sulla sicurezza e Bernardo lo rivendica, «certo che per me è un chiodo, i vigili devono stare in giro ed essere comandati da persone in grado di farlo». E «noi siamo una famiglia, il centrosinistra è spaccato, Sala voleva liberarsi del suo capolista (l'assessore Pierfrancesco Maran, capolista Pd ndr.) e ha già detto che cambierà la giunta.
Ma noi cambieremo loro, li manderemo a casa». Anche Sala ha ammesso ieri «ci sono ancora tanti indecisi, non faccio previsioni sul primo turno». I big del centrodestra chiuderanno insieme la campagna giovedì mattina con una conferenza stampa.
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