Marta Bravi
Milano si tinge di arcobaleno. Merito del sindaco Beppe Sala che ieri dal palco del Gay Pride in porta Venezia ha salutato i 250mila partecipanti della manifestazione dell'orgoglio Lgbt al grido di «i colori arcobaleno sono i colori di Milano». «Milano è casa vostra e io sono fiero di essere il primo cittadino di questa città che si è sempre basata e si baserà sempre sui diritti e sui doveri - ha ribadito il sindaco -: prima di tutto il diritto di manifestare il proprio valore e noi vi difenderemo da tutti quelli che mettono in discussione questo». Nel suo accalorato discorso Sala, al «suo» terzo Pride sottolinea che esistono anche dei doveri, due in particolare: «Tutti noi dobbiamo sentire di non affidare il nostro pensiero a nessuno: ragioniamo con la nostra testa, in questo momento è ancora più importante. L'altro è credere nel cambiamento: la mia semplice promessa è che noi saremo sempre degli accompagnatori di questo cambiamento. Milano sarà sempre più libera e contemporanea: i colori arcobaleno sono i colori di Milano».
Dietro allo striscione «#civili ma non abbastanza», scelto come motto di questa edizione, oltre al sindaco Sala, al vicesindaco Anna Scavuzzo, (che, per la verità ha preferito rimanere davanti), l'assessore al Welfare Pierfrancesco Majorino, la titolare al Lavoro Cristina Tajani, i sindaci di Bollate, Arluno, Cernusco sul Naviglio, Inveruno. Tra migliaia di bandiere arcobaleno anche quelle del Pd, 5stelle, Più Europa con Emma Bonino intervallati dai carri delle Famiglie Arcobaleno, Famiglie Rainbow, Agedo, Certi Diritti, Rete Lenford. Non sono mancati tra pupazzi, cartelli e slogan riferimenti polemici alle dichiarazioni del ministro alla Famiglia Lorenzo Fontana. «Le famiglie arcobaleno esistono e non sono schifezza o fritti misti». «Fontana sei delinquente lo dice la gente». «Per sempre in lotta contro Salvini, l'omofobia e altri confini» uno dei cartelli in prima fila. «Mamma non ti preoccupare non sono fascista ma bisessuale».
«Non bisogna fermarsi qui ma investire e credere nei valori del Pride tutti i giorni» - il messaggio del sindaco appena raggiunto il corteo - tante aziende per la prima volta hanno dato sponsorizzazioni alla manifestazione, bene ma non basta. Il nostro è un appello: chi crede in questi valori ci deve essere tutto». Stesso discorso per Porta Venezia: Non solo il dedalo di vie che ruota attorno a via Lecco, ma tutta la città deve essere gay friendly. «Penso per esempio al turismo - ha spiegato Sala- il mio tema è il coinvolgimento rispetto a dei valori che sono di tutta la città».
L'assessore al Welfare Pierfrancesco Majroino ha annunciato a breve la consegna di un bene confiscato alla mafia, un appartamento in via Sommacampagna ad Arcigay che ne farà un rifugio per giovani costretti a lasciare il luogo dove sono cresciuti perché rifiutati, discriminati e isolati a causa del loro orientamento sessuale. La struttura, dopo la ristrutturazione, potrà ospitare fino a cinque persone.
«A chi ci dice che siamo un'isola - ha detto l'assessore - rispondiamo che siamo un avamposto organizzato da cui riparte la riscossa dei diritti. Da Milano partirà» anche la più grande campagna contro l'omotransfobia nelle scuole che sia mai stata fatta in questo paese».
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