Cgil contro Sala: "Non ascolta, è sordo alla città. Ma non può pensare di fare tutto da solo"

Il segretario della Cgil: "Dalla sicurezza sui mezzi ad Area B, noi ignorati per mesi"

Cgil contro Sala: "Non ascolta, è sordo alla città. Ma non può pensare di fare tutto da solo"

Massimo Bonini segretario generale della Cgil Milano, martedì si è tenuto il terzo sciopero dei mezzi contro le aggressioni ai dipendenti Atm.


«Abbiamo dei tavoli in Prefettura con le categorie dei trasporti, che stanno lavorando con una grandissima attenzione del Prefetto Renato Saccone. Siamo stati inascoltati nei mesi scorsi e quello della sicurezza dei lavoratori è un tema fondamentale, noi insisteremo, anche se sappiamo che lo sciopero è un disagio, perché abbiamo bisogno di risposte: queste persone la stanno pagando sul piano psicofisico».


Il sindaco Sala è stato sempre contrario a un rafforzamento della presenza di militari in città. Sembra che la sicurezza sia un tabù per la sinistra.

«Da un lato i dati dicono che i reati sono in diminuzione, dall'altro c'è la percezione di insicurezza. Capisco che questa possa avere la prevalenza, ma non so se l'esercito possa risolvere il problema anche perché ha capacità di intervento limitato. Chi deve tutelare il territorio sono le forze dell'ordine ma i governi negli ultimi vent'anni hanno disinvestito sulla sicurezza. Oggi servono assunzioni perchè gli agenti sono caricati di turni, straordinari, ritmi di lavoro importanti perchè manca personale».

L'ex ministro Lamorgese aveva promesso l'arrivo in città di 255 poliziotti, ma gli agenti arrivati non corrispondono al numero promesso e non sono sufficienti a coprire le necessità.

«Il sindaco ha siglato con noi un accordo di assunzione di vigili, non mi pare che non abbia a cuore il problema. Più che altro questo Paese deve decidere come recuperare risorse per investire nelle difesa dei cittadini, dalla sicurezza alla salute, al lavoro.

Come proteggere i dipendenti Atm dalle aggressioni in crescita?

«Chiaramente serve un maggiore intervento delle forze dell'ordine nelle fermate della metro dove sono avvenuti diversi episodi, ma ci vuole la consapevolezza del contesto generale: la coperta è corta. Sono convinto che il tavolo della Prefettura troverà soluzioni adeguate, ma bisogna che Atm decida di investire: alcune soluzioni come la blindatura dei gabbiotti dei conducenti, sono una risposta».

Un provvedimento divisivo è Area B: il sindaco ha rifiutato la richiesta di deroghe delle forze dell'ordine. Cosa ne pensa?

«Ho contestato il provvedimento proprio perché colpisce chi non riesce a cambiare la macchina: tendenzialmente sono lavoratrici e lavoratori che si muovono per andare a lavorare, non per fare shopping. Io estremizzo il concetto dicendo che se fosse anche un solo cittadino a dover cambiare auto e non può, va aiutato. Derubricare queste scelte ad «arrangiarsi» è sbagliato. Io contesto il provvedimento a monte, intanto per il metodo che non ha coinvolto nessuno: avevamo richiesto un chiarimento che non ci è stato dato, cinque anni fa. Il problema è che non c'è stato un momento per ascoltare. Comincio a non capire se Area B serva ad abbassare il livello di inquinamento o a ridurre il numero delle auto. Credo che la salute delle persone abbia la priorità. Bisogna fare lo sforzo politico di parlarsi tra istituzioni e trovare una soluzione condivisa. Tutto questo percorso alla fine chi lo deve pagare? La collettività come investimenti pubblici o la collettività dove pagano solo alcuni, e per altro i più sfortunati?

Giorgio Goggi sostiene che Sala sia uno dei fautori della bolla immobiliare. È impossibile per il ceto medio trovare una casa: non si può permettere di accedere al mercato libero, ma è escluso dalle case popolari.

«Sul tema della casa ci siamo spesi tanto come Camera del Lavoro: dobbiamo ammettere però che il tema sta in capo largamente alla Regione, che deve dire cosa intende fare».

Milano sta diventando una città sempre più esclusiva, tra Area B e C e la bolla immobiliare si rischia di arrivare alla desertificazione».

«Siamo preoccupati perchè il rischio è di arrivare, per le grandi città a respiro internazionale, alla sostituzione della popolazione povera e del ceto medio con quella ricca».

Sala ha fatto due campagne elettorali sulle periferie. Quali i risultati?

«Luci e ombre. Cose positive come la rigenerazione di alcuni quartieri che ha trasformato vie e piazze in luoghi di aggregazione, mentre prima erano solo parcheggi. Riscoprire le città policentrica è un processo che va accompagnato, partendo anche dai servizi del Comune, così va migliorato trasporto pubblico.

I problemi ci sono, contesto al sindaco i mancato coinvolgimento perché nessuno ha la pretesa di imporre la propria idea, che sia il sindacato o le imprese, ma essere ascoltati può essere anche per chi amministra un'occasione per imparare. Nessuno è capace di risolvere tutti i problemi da solo».

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