Sallusti in pole position. Ma la corsa è a ostacoli

Majorino: "È cattivo". Gelmini positiva: "Ma si apra ai moderati"

Sallusti in pole position. Ma la corsa è a ostacoli

La prima uscita pubblica di Alessandro Sallusti, da quando il direttore del Giornale è uno dei candidati in pectore del centrodestra a Palazzo Marino, è con una Daniela Santanché prudentemente silente, almeno quanto le consente il temperamento («mi sembra tutto così prematuro...»), tra gli stucchi e gli specchi del Circolo della Stampa. Si parla di sicurezza. È probabile che i famosi sondaggi sul gradimento di Sallusti considereranno anche l'impatto di questa serata.È una delle condizioni di cui il potenziale candidato Sallusti ha discusso quando gli è stata rivolta la fatidica domanda: se ti dovessimo chiedere di candidarti, accetteresti? E lui, lieto, ha risposto: dipende da varie cose. I sondaggi, cioè la reale possibilità di farcela, sono la prima. Non l'unica. È saltata fuori un'outsider, Annamaria Bernardini De Pace, ma essere giornalista al momento sembrerebbe l'atout più quotata. E forse fastidiosa, se Pierfrancesco Majorino si spinge ai limiti dell'insulto infantile: «Sallusti candidato? È cattivo».Si dice, si mormora, si insiste che Silvio Berlusconi, oltre ad aver pubblicamente definito «strepitosa» la candidatura di Sallusti, sia molto convinto anche in privato (ferma restando l'incognita sondaggi). E ormai persino le aperture del Cavaliere a Ncd sembrano più rivolte a chi vota che al partito. Fin qui il macroclima.Ed ecco l'aria che gira nel partito.

È chiaro che scegliere Sallusti significa puntare su una candidatura caratterizzata a destra e questo fa fremere le ali delle colombe azzurre, incluso un perplesso sia pur garbato Giovanni Toti. C'è Mariastella Gelmini, coordinatrice regionale, che definisce Sallusti «candidato di qualità, professionista capace e certamente non un uomo per tutte le stagioni come Sala». Ancora: «Deve gettare un ponte oltre Bologna, guardare ai moderati». Ma soprattutto: «L'importante è che sappia unire la coalizione e andare oltre la coalizione, che si faccia aiutare, come certamente farà. Ha una grandissima popolarità e rispetto a uno sconosciuto come De Albertis ha ottime possibilità, ma si deve aprire». A Ncd? «No, ai suoi elettori». Insomma, anche per Gelmini la questione Ncd è chiusa.Così per Paolo Romani, che dà qualche consiglio: «Sallusti è una persona perbene e da direttore del Giornale ha sostenuto posizioni vicine a Fi. Mi auguro che, se correrà, lo farà parlando alla Milano che non va più a votare, sia della grande borghesia come quella fuori dei Navigli. Noi lo sosterremo». Ncd? «Mi pare che elettoralmente valga molto poco. Vale più il centro moderato che noi inseguiamo». Sallusti piace molto all'azzurro Luca Squeri. «Finalmente un candidato con la schiena diritta» dice il coordinatore provinciale.Venendo a Ncd, grande esclusa, il partito spara contro. Parla Maurizio Lupi, capogruppo di Area popolare e tra i punti di riferimento in Lombardia: «Conosco Sallusti ma mi sembra che le condizioni politiche che porterebbero a una sua candidatura non ci vedano coinvolti. Noi ci siamo e daremmo il nostro contributo. Ci siamo battuti per il modello Lombardia ma è stato rifiutato per mancanza di dignità della proposta. La candidatura Sallusti? Non mi riguarda nemmeno, e il mio non è un giudizio personale ma politico. Non sono parte di questa cosa, è chiaro che vanno a destra. E noi non rincorriamo nessuno».

C'è però una variabile centrista che si chiama Corrado Passera. L'ex ministro del governo Monti si è caratterizzato in contrapposizione a Renzi e alla sinistra. E anche se in molti lo immaginano alleato di Ncd, proprio da lui potrebbe arrivare una sorpresa per Sallusti.

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