Salvini suona la carica: "La campagna di fango avrà l'effetto contrario"

Sala: "Io come la Juve, se perdo mi irridono". Appello dello sfidante: "Risveglierò la città"

Il leader della Lega Matteo Salvini
Il leader della Lega Matteo Salvini

Il finale della campagna si gioca sullo scambio di battute calcistiche. Beppe Sala afferma che «giocare il ruolo del favorito è bello ma è come quando la Juventus perde la Champions e gli altri sono pronti a irriderla. L'dea di essere il favorito induce stress e molta tensione». E il sindaco uscente è cauto: «A Milano non è semplice vincere al primo turno, non ci sono molti casi ma dico ai miei proviamoci». Entrarono a Palazzo Marino senza ballottaggio gli ex sindaci di centrodestra Gabriele Albertini e Letizia Moratti. Sala, che ha chiuso ieri la campagna prima del silenzio elettorale allo Scalo Lambrate accanto a Giuliano Pisapia e i candidati Pd e lì scalda i suoi: «Possiamo farcela al primo turno». E prova a ribaltare l'incertezza sul centrodestra: «Mano di un mese fa Salvini diceva che avrebbe stravinto e adesso il suo obiettivo è il ballottaggio». Il leader della Lega che ieri ha fatto tappa a Milano per il quinto giorno consecutivo, questa volta di fronte alla stazione M4 Forlanini ancora chiusa («doveva essere inaugurata nel 2015») ribatte che «dopo Milan-Atletico Madrid ho imparato che se l'arbitro non ruba bisogna accontentarsi di vincere». E «in 30 anni che faccio campagna elettorale una così fangosa, violenta, cattiva non l'avevo mai vista, ma penso sortirà l'effetto esattamente opposto perchè la gente non è scema. E vuol dire che siamo sulla strada giusta». Riferendosi al caso del suo ex guru Luca Morisi afferma che «si sbircia dal buca della serratura per guardare cosa fa la gente di notte e finirà che non c'è nessun reato. Poi Mimmo Lucano viene condannato a 13 anni di carcere perchè sfruttava gli immigrati però quello è un eroe di Sala e della società civile». E provoca: «Sala dov'è? Forse ha fatto conto che Bernardo era sconosciuto, è fuggito magari in montagna col cachemerino, tanto mi votano uguale, ma lunedì avrà una brutta sorpresa. Io sono entusiasta di Luca e della lista della Lega. Milano deve tornare ad andare veloce.

In piazza Duomo per la chiusura ieri i coordinatori regionali di Fdi Daniela Santanchè con il senatore Ignazio la Russa, Massimiliano Salini per Forza Italia, Fabrizio Cecchetti per la Lega con il commissario cittadino Stefano Bolognini, Alessandro Colucci per Milano Popolare, candidati delle liste pro Bernardo. Prima Bernardo (bloccato per qualche ora dal mal di schiena) ha fatto tappa alla festa di chiusura organizzata da Forza Italia all'Enterprise Hotel e poi ha raggiunto la piazza per l'ultimo appello al voto agli indecisi: «Milano deve cambiare marcia. Come me la città si risveglierà. Siamo di fronte a un bivio, abbiate coraggio, basta con una città che è stata immobile. Milano deve ambire a qualcosa di meglio». Per Sala da Lambrate l'appello è di considerare il fatto che «considerare che 5 anni saranno i più importanti di Milano. Dobbiamo uscire da pandemia, mettere a terra i fondi del Pnrr e prepararci alle Olimpiadi, sono tre cose difficili, metto sul tavolo mia esperienza, modo d'essere. E non sarei una sorpresa e in questo momento conta tanto. Gli elettori diranno se piace confermano la mia offerta. Non credo che ci sarà un'affluenza più bassa».

Sull'assenza dei leader dice «non ho bisogno di fare proclami. Abbiamo deciso di non fare comizi e passerelle, non è un indizio di distacco loro da Milano o di mia supponenza o autosufficienza, è stata una campagna concentrata sulla città».

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