«Non ci siamo proprio assessore Tancredi, le ho posto un question time oggi e non mi può rispondere tra tre giorni in Commissione, se questa è la dinamica..Chiedo l'intervento della segreteria generale». Il consigliere Alessandro Giungi è stato richiamato anche ad abbassare i toni nei confronti dell'assessore all'Urbanistica durante il suo intervento. Poco prima aveva sollecitato invece quello al Welfare, Lamberto Bertolè, ad attivarsi presto e meglio sull'accoglienza in salita dei profughi. Giungi è consigliere di maggioranza, area ambientalista del Pd, nel primo caso ieri in consiglio chiedeva lumi sull'ipotesi di un referendum contro il progetto del nuovo stadio di San Siro che demolirebbe il Meazza. É uno dei fronti caldi e il sindaco Beppe Sala si trova a fare i conti (soprattutto) con la sua squadra, i Verdi e l'area ambientalista di cui Giungi tra i dem e Enrico Fedrighini della lista civica sono i maggiori rappresentanti. Fanno quasi più caos dell'opposizione vera. Hanno alzato le barricate contro il nuovo stadio, hanno congelato in giunta per una settimana la delibera che concede il bonus volumetrico ai palazzi dismessi, sperando che venisse eliminato dalla mappa il progetto del «Pirellino bis», e poi si sono astenuti anche nel voto di approvazione finale ieri. «Pulci» continue.
Ieri hanno preso di mira Sala e gli assessori Pd al Welfare Lamberto Bertolè e alla Sicurezza Marco Granelli per la gestione dello sgombero dei clochard dal tunnel dietro alla stazione Centrale giovedì notte. I Verdi Carlo Monguzzi, Francesca Cucchiara e Tommaso Gorini hanno depositato una domanda a risposta immediata e la Cucchiara è intervenuta in aula nello spazio dedicato agli interventi liberi per sottolineare che era doveroso mettere in sicurezza le persone e accoglierle in strutture dignitose ma «andavano avvisati con giorni di anticipo i senzatetto, attraverso le associazioni», vedendo arrivare solo le pattuglie dei vigili molti sono scappati e hanno lasciato materassi e altri beni che Amsa ha dovuto distruggere.
Anche Sala, contestato sui social nei giorni scorsi e dal «fuoco amico» a Palazzo Marino, ieri è tornato sul caso: «L'operazione è nata con il mio consenso ed è stata gestita da Granelli e Bertolè e non posso negare la loro azione. Di freddo si può morire e quella situazione era tesa a degenerare, ci sono state accensioni di fuochi anche molto pericolosi nelle ultime settimane. Non sono stati buttati via effetti personali ma materassi, poi bisognava essere lì per capire. Si poteva avvisare che avremmo fatto lo sgombero in quella giornate, ma non è una comunità a cui mandi un avviso e tutto funziona. Capisco le lamentele ma a tutti loro è stato offerto un letto. Il problema dei clochard c'è in tutte le città. Se i posti letto che offriamo non dovessero essere sufficienti mettiamo mano al portafoglio e ne creiamo altri ma molti di loro non accettano di andare nei dormitori quindi il problema è complesso. Ci rimetteremo con pazienza a lavorare».
Bertolè ha ribadito in aula ai Verdi che nei quattro tunnel sotto ai binari della Centrale la situazione «era diventata fuori controllo e di assoluto pericolo per le persone che dormivano lì. Al momento 600 clochard che rifiutano l'accoglienza».
La soluzione, spiega l'assessore regionale Fdi Riccardo De Corato, è «è più semplice di quel che il primo cittadino possa pensare. I senzatetto non vogliono andare nei dormitori perchè hanno paura di essere aggrediti e rapinati. Basterebbe metterci i vigili di notte».
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