Lugano si conferma un'ottima meta per gli appassionati d'arte. Il Masi (Musei d'arte della Svizzera italiana) ha in serbo due mostre di grande fascino. La prima apre domenica: negli spazi rinnovati di Palazzo Reali si presenta il lavoro in bianco e nero dei fotografi Harry Shunk e János Kender, testimonianza del mondo dell'arte d'avanguardia. Esposti ritratti di arti-star come Andy Wahrol, Christo e la moglie Jeanne-Claude, Yves Klein e Jean Tinguely, immortalati dai due fotografi (Shunk tedesco, Kender ungherese) immortalati tra Parigi e New York, tra la fine degli anni Cinquanta e l'inizio degli anni Settanta. Erano una coppia d'arte perfetta, Shunk e Kender: si divisero quando quest'ultimo decise di sposarsi, nel 73, e di abbandonare per sempre la fotografia. Da allora non lavorarono più insieme e oggi, morti entrambi da oltre un decennio, ci restano questi scatti «a quattro mani e quattro occhi» capaci di svelare il lato meno noto di autori celeberrimi. Fotografie artistiche sì, ma anche preziosi documenti storici per ricostruire le intricate relazioni di quegli anni così fecondi per le avanguardie in America e in Europa. Concepita dal Centre Pompidou di Parigi, in collaborazione con il Masi, questa mostra è una chicca per chiunque ami la fotografia (dal 1 marzo al 14 giugno).
Il Masi gioca tuttavia anche la carta di mostre «più blockbuster»: da metà marzo sarà esposta nel museo una selezione dei capolavori impressionisti e post-impressionisti della Collezione Emil Bührle, tra le più prestigiose raccolte private al mondo (600 opere). Bührle fu un imprenditore elvetico che tra gli anni Trenta e Cinquanta seppe intuire prima di altri il genio degli impressionisti, ad esempio apprezzando, e acquistando, una delle tele con le ninfee, quasi rarefatte e astratte, di Monet: la sua è una delle tante storie che legano affari e collezionismo d'arte in Svizzera. Monet, Cézanne, Van Gogh.
Capolavori della Collezione Emil Bührle (dal 15 marzo al 30 agosto) presenta le firme più note dell'arte moderna: Manet, Degas, Renoir, Monet, Cézanne, Gauguin e Van Gogh sono solo alcuni dei nomi. Curata dal direttore del Masi Tobia Bezzola, si configura come un viaggio affascinante nella corrente artistica più amata al grande pubblico, l'Impressionismo.
Seguiamo Manet, Degas, Monet e Cézanne in diverse fasi della loro produzione, per poi cogliere anche l'influenza che ciascuno di loro ebbe sugli altri: le intuizioni cromatiche e compositive di Monet, in particolare, furono fondamentali per nutrire il genio di post-impressionisti del calibro di Gauguin, del nostro Modigliani e persino di Van Gogh. Merito del Masi non è mettere in scena la «solita» mostra sull'impressionismo (cui ormai siamo tutti assuefatti), ma raccontare l'importanza di una collezione d'arte, la Emil Bührle, che ha pochi pari al mondo.FAm
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