In nome della scuola milanese, i consiglieri del Municipio 9 si erano riuniti (rigorosamente online, da casa e davanti ai loro pc) il 4 agosto, attorno all'assessore all'Edilizia scolastica di Palazzo Marino Paolo Limonta. All'ordine del giorno non certamente la didattica, ma la situazione infrastrutturale in un'ottica di apertura prevista per il 14 settembre delle scuole della zona più popolosa della città e che - comprendendo quartieri come Affori, Bruzzano, Comasina, Dergano, Niguarda, Bicocca e Bovisa, oltre alla zona di viale Fulvio Testi e a Porta Nuova - viene considerata una vera e propri città nella città. Basti pensare che secondo dati ufficiali questa immensa area a nord della città conta ben 186mila abitanti (i numeri dei pronto soccorso parlano addirittura di 230mila domiciliati) piazzandosi così al terzo posto come agglomerato urbano lombardo dopo Milano e Brescia: tanto per dare un'idea Monza, a cui spetterebbe il terzo gradone del podio in Lombardia, non raggiunge i 123mila.
«Purtroppo, oltre a tutte le problematiche inerenti a una nuova fruizione delle lezioni nelle strutture scolastiche dovute al contagio e a quello che potrebbe aspettarci nei prossimi mesi e di cui ancora non sappiamo nulla, ci sono degli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria che aspettano di essere realizzati da almeno un anno prima dell'arrivo del Covid» spiega Enrico Turato, capogruppo di Fratelli d'Italia al Municipio 9 che a quell'incontro, come padre di famiglia, c'era anche per ragioni che travalicano l'interesse politico. Denuncia così le infiltrazioni dai tetti della scuola di via Vittorio Scialoia, a Dergano o delle elementari di via Iseo con un solo bagno agibile in tutta la scuola (gli altri sono otturati), delle infiltrazioni in due istituti del medesimo istituto comprensivo, il «Cesare Cantù», che comprende, oltre all'omonima scuola primaria di via dei Braschi 12, anche la scuola primaria «Anna Frank» e la scuola dell'infanzia, rispettivamente in via Dora Baltea 24 e in via Dora Baltea 16, quindi la scuola secondaria di primo grado di via del Volga 3, a Bruzzano. A cui si aggiunge anche la scuola elementare di via Passerini 8 che appartiene all'istituto comprensivo «Locchi», dove nell'aula nuova manca la balaustra. «Poi ci sono tutte le scuole prive di pavimentazione esterna, elemento che potrebbe sembrare superfluo, ma che non lo è affatto in ottica Covid - prosegue Turato -, basti pensare al comprensorio «Arbe Zara» di cui fanno parte la scuola dell'infanzia di via Gatti in zona Niguarda, la scuola primaria di via Pianell, la scuola media «Falcone e Borsellino» di viale Sarca 24 e la scuola primaria di viale Zara 96 che è il plesso con più alunni.
È vero: quest'anno, a causa del contagio, non ci saranno pre scuola e dopo scuola. E proprio per questo, se si dovranno installare tensostrutture mobili in pvc o moduli dove far restare i bambini all'esterno o in attesa di entrare a scuola in più scaglioni secondo le regole del distanziamento sociale. Ma senza le pavimentazioni idonee gli alunni saranno costretti a muoversi in specie di acquitrini qualora dovesse piovere. Serviranno inoltre allacciamenti di riscaldamento, a elettricità o gasolio.
«Chiedo a Limonta - conclude Turato -: ma con tutte queste problematiche ancora insolute e, non solo nella zona del Municipio 9 ma in tutta Milano, arriveremo a ridosso della riapertura dell'anno scolastico - quando prioritarie e impegnative saranno a quel punto proprio le modalità dei protocolli di riapertura da seguire - senza che nulla di tutto questo sia
già stato fatto? La riapertura forzata delle scuole non in completa sicurezza non rischia forse di essere uno spot politico governativo e cittadino? Ricordiamoci che stiamo parlando di bambini, perlopiù molto piccoli...».
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