Seconda festa per gli ultrà: numero chiuso in zona stadio

I tifosi nerazzurri vincono di nuovo il braccio di ferro. Per loro un'area recintata con 3mila accessi consentiti

Seconda festa per gli ultrà: numero chiuso in zona stadio

Non sono previsti bis. E sarà meglio che gli interisti non si facciano illusioni. Anche se c'è invece chi è convinto di aver vinto ancora una volta il braccio di ferro con le istituzioni e forse tutti i torti non ha. No alla zona rossa, quindi ma anche «nessuna festa scudetto per sabato 8 maggio» ha decretato ieri pomeriggio il prefetto Renato Saccone in previsione della prossima partita in casa dell'Inter, quando i nerazzurri giocheranno con la Sampdoria alle 18. La «festa» vera, quella che bramano i tifosi, potrà essere promossa dalla società quando le condizioni sanitarie e le norme lo renderanno possibile. Stavolta si opta per un assai più parco presidio-manifestazione, regolarmente preavvisato come previsto dalla legge società sportiva, per salutare la squadra e supportarla davanti allo stadio di San Siro. Un evento che prevede la partecipazione di non oltre tremila persone, in un'ampia area di circa 15mila metri quadrati «già individuata» (quindi non si potrà scegliere a caso dove stare, ma c'è una location ben precisa, cioè imposta) dove l'accesso di un massimo di tremila partecipanti sarà condizionato al filtraggio e all'identificazione da parte delle forze dell'ordine.

Era prevedibile, praticamente scontato. Dopo il corollario di polemiche non ancora sedate per i festeggiamenti di domenica dei tifosi interisti, seguiti alla vittoria di scudetto atteso da 11 anni, quello di ieri non poteva essere il «solito» Comitato per l'ordine e la sicurezza. E probabilmente nessuno se l'aspettava. Così, come spiegano a palazzo Diotti, ieri in giornata il prefetto Renato Saccone ha tenuto diversi incontri per realizzare la strategia migliore, naturalmente in condivisione con l'Amministrazione comunale, i vertici delle forze dell'ordine e l'Inter. Da parte sua, con il medesimo scopo, la questura ha curato i rapporti con la tifoseria organizzata. Che si sarebbe impegnata a osservare le disposizioni indicate dal questore Giuseppe Petronzi e quelle previste dalle norme anti Covid. «Eventuali violazioni saranno rigorosamente sanzionate» fa sapere perentoria, con un tono che non prevede «se» o «ma», la prefettura.

Inoltre, in modo che non ci siano fraintendimenti sul «clima» dell'iniziativa, nelle aree attigue alla zona del Meazza sarà vietata la vendita e la somministrazione di alcolici in vetro e lattine, fatta eccezione per i ristoranti. Lo stesso in zona Duomo, dove per tutto il giorno ci sarà un presidio delle dalle forze dell'ordine per evitare qualunque forma di assembramento. E lo stesso vale per le «solite» aree della movida su cui resta invariato il controllo «stretto» contro la violazione delle norme anti pandemia che perdura da settimane: Darsena, Colonne di San Lorenzo, corso di Porta Ticinese, tutta Brera, corso Como, corso Garibaldi, l'Arco della Pace e corso Sempione.

Intanto anche la manifestazione organizzata sempre sabato da «I Sentinelli» a sostegno del ddl Zan - quello contro l'omotransfobia e che dopo il via libera della Camera dei deputati del 4 novembre 2020 lì si è fermato - d'accordo con le autorità competenti e sempre per favorire il distanziamento e tutte le norme anti Covid, è ufficialmente spostata all'Arco della Pace.

Viste le precauzioni e le cautele ancora indispensabili per battere definitivamente il virus, naturalmente è da escludere anche il mega raduno scudetto con i giocatori fissato sempre nei dintorni del Meazza a partire dalle 9 del mattino per il 23 maggio e che era già stato annunciato a gran voce

sui profili social della curva nerazzurra. Quella domenica, data di Inter-Udinese, ultima di campionato, la partita ovviamente sarà senza pubblico. Proprio come da disposizioni anti pandemiche, nazionali e internazionali.

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