«Noi siamo quelli incorruttibili. Non voglio muovere accuse ma è un fatto. Con il Pnnr stanno per arrivare una montagna di soldi europei e solo noi abbiamo le caratteristiche morali di affidabilità e le capacità per gestirli. Negli ultimi 10 anni non c'è stata un'accusa di corruzione nei confronti di chi ha governato a Palazzo Marino». Beppe Sala lancia la campagna di comunicazione per la ricandidatura - dalla foto a fianco di Barack Obama in cui promette una «Milano sempre più internazionale» a quella con la zappa per «una Milano sempre più verde» - torna a battere il chiodo sulla presunta superiorità morale rispetto al centrodestra. La storia racconta che prima di lui e di Giuliano Pisapia, Gabriele Albertini per dieci anni e Letizia Moratti per un mandato hanno realizzato le grandi opere per Milano (neanche paragonabili a quelle delle giunte Pd) senza essere sfiorati da inchieste: dai tre depuratori al maggior numero di chilometri di metropolitane a teatro degli Arcimboldi, Museo del '900, Mudec fino al maxi restauro della Scala. «Sala è arrivato ad autoincensarsi - contesta l'eurodeputato Fdi Carlo Fidanza - pur di convincere i cittadini votarlo ma in questi 5 anni la sua politica è stata un fallimento. Torna la retorica della presunta superiorità morale della sinistra ma Milano ha conosciuto la sua più importante trasformazione positiva nel corso delle amministrazioni di centrodestra, quella della concretezza, l'unica patente di moralità che conta». Per Matteo Forte (Milano Popolare) «siamo di fronte a uno squallido giustizialismo. Spiace che chi ha avuto una condanna di primo grado per falso, prescritta in appello (come commissario Expo, ndr.), non abbia il buon gusto di astenersi dal moralizzare». Riccardo De Corato (Fdi), ex vicesindaco, ricorda che «dopo Mani Pulite è il primo sindaco ad aver avuto guai con la giustizia, anche se il reato è stato prescritto. E in 5 anni non ha realizzato nessuna delle grandi opere di Albertini e Moratti».
Dopo incorruttibilità e capacità Sala detta la terza parola d'ordine, indipendenza, «Milano non ha bisogno di governanti che rispondano a qualche potentato che l'ha eletto, io continuerò ad essere leale e indipendente» assicura, anche se il progetto del nuovo stadio o il recupero di edifici dismessi (come il Pirellino con la Torre Botanica) sono rimasti in stallo per i veti ambientalisti. Il claim della campagna è «Milano sempre più Milano», è «un credo nella forza della città - spiega -: ha le capacità per rigenerarsi ma deve tenere conto che la vita cambia e reinventarsi». Punta sulla «città in 15 minuti», la trasformazione ambientale che comprende (anche) le famose ciclabili.
«Noi vediamo una città forte e in grado di recuperare, con interessi immobiliari che si stanno dimostrando fortissimi e fuori dal centro, il centrodestra - sostiene Sala - vede una città depressa e poco attrattiva. La sicurezza? I dati dicono che è migliorata». I primi tre impegni se rieletto: «Assunzione di 500 vigili, un piano della mobilità associato allo sviluppo urbanistico e lavorerò per riportare i turisti».
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