Il sindacato contesta la farsa delle distanze: sui banchi sì, sui bus no

Tassisti più sicuri con i divisori anti Covid. E già chiesti 2mila buoni sconto per le corse

Il sindacato contesta la farsa delle distanze: sui banchi sì, sui bus no

I divisori di plexiglass tra i sedili «ventilati» dal Ministero dei Trasporti per ora vengono presi con il beneficio del dubbio sia dalle parti di Atm che di Trenord. Le società aspettano il nuovo Dpcm che fisserà dettagliatamente le regole per il trasporto locale in vista della riapertura delle scuole. Si stanno organizzando invece sulla capienza fissata dal Mit all'80%, anche se sui treni regionali cambierà poco. Trenord si era già adeguata all'ultima ordinanza regionale (tuttora in vigore) che aveva alzato al 100% l'utilizzo dei posti a sedere, quindi aveva già eliminato i «bollini» che vietavano alcune sedute e in piedi garantiva circa il 25% dei posti, non serviranno grossi accorgimenti. L'azienda milanese invece aveva mantenuto la capienza al 60% e dopo le indicazioni del Dpcm eliminerà i «bollini». Ma i Cobas Atm parlano già di «distanziamento farsa» e chiedono di mettere più in sicurezza gli autisti. Intanto, premettono che «ci voleva un'epidemia mondiale perchè qualcuno notasse che i nostri ragazzi viaggiano come bestie, ammassati su bus assolutamente insufficienti» perchè «nessuno ha mai inteso investire in modo sufficiente per aumentare i mezzi che servono le scuole, tanto gli studenti pagano comunque l'abbonamento per tutto l'anno». E «permettere l'80% di capienza è di fatto un liberi tutti. Vogliono gli studenti distanziati in classe ma arriveranno su bus pieni. Già nei mesi scorsi, soprattutto a Milano, abbiamo assistito alle più fantasiose proposte per forzare l'aumento dei passeggeri a tutti i costi, come l'indicazione agli utenti di viaggiare tutti con lo sguardo rivolto verso i finestrini». E protestano perchè «non ci sono controlli e il rispetto delle regole ricade sui conducenti che spesso ne hanno pagato le conseguenze, anche in termini di sicurezza personale. Tra l'80 e il 100% non c'è differenza e l'autista non potrà mai contare i passeggeri e far rispettare le regole». I Cobas in una nota si focalizzano poi sul mezzo come luogo di lavoro, nelle nuove linee guida «non c'è una riga dedicata al personale addetto all'esercizio, chiediamo che almeno sia garantita la protezione del posto guida con pannelli flessibili. Ai tranvieri nei momenti difficili viene chiesto di non scioperare per non far mancare il servizio pubblico ma poi sono trattati come fantasmi, e Milano con il sindaco Sala non si è certamente distinta».

Il Covid è servito (almeno) a rafforzare la sicurezza, sia sanitaria che fisica, dei tassisti. A sostenerlo è il presidente di Taxiblu 02.4040 Emilio Boccalini. «La pandemia - spiega - ha imposto tra le altre cose la sanificazione costante dell'abitacolo e l'adozione di divisori in plexiglass tra operatori e passeggeri. Questo, unito all'adozione di telecamere a bordo e al maggiore utilizzo del pagamento elettronico da parte dei clienti, aiuta anche contro il rischio di aggressioni».

E a proposito di auto bianche, il Comune ha riferito che a circa due settimane dall'attivazione dei voucher (fino a un massimo di 10 euro) per le corse in taxi si sono già iscritte 2.230 persone e sono stati erogati 431 buoni.

Il 57% è stato usato da over 70, il 25,5% da donne che dovevano spostarsi tra le 21 e le 6, il 15% da disabili e il 2,8% da medici e infermieri. Il pacchetto di 700mila euro del fondo mutuo soccorso non è ancora esaurito.

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